Ogni giorno facciamo largo uso e consumo di prodotti confezionati e da fast food che, seppure incredibilmente appetitosi, non sono certo un toccasana per la nostra salute! Del resto è risaputo. Ecco perché la maggior parte dei consumatori predilige cibi di marca, ma non sempre cibo di marca corrisponde a cibo di qualità.

Vi siete mai chieste quanta frutta o verdura fresca ci sono realmente nei cibi di produzione industriale che siamo solite acquistare al supermercato? Qual è il loro reale valore nutritivo? E, soprattutto, vi siete mai soffermate a leggere l’etichetta – spesso fuorviante – degli alimenti che consumiamo abitualmente?

Vi sorprenderà sapere che molti dei cibi che acquistiamo non sono poi così “freschi e sicuri” come vorrebbero farci credere ma, al contrario, sono spesso ricchi di sostanze artificiali (conservanti, dolcificanti industriali…). È giunto il momento di capire cosa si nasconde davvero nei prodotti di marca che compriamo e consumiamo praticamente ogni giorno.

Scopriamolo insieme!

1. Patatine in busta

Frutta o verdura fresche nei prodotti confezionati
Fonte: brightside.me

Chi di noi non ha mangiato almeno una volta un sacchetto di patatine Lay’s? Il loro sapore inconfondibile, l’incredibile croccantezza e il packaging accattivante sono gli elementi che contraddistinguono le patatine più famose e amate del momento. Ma vi siete mai chieste come nascono davvero le patatine in busta? Quali sono gli ingredienti utilizzati e in cosa consiste il processo di produzione?

Sapevate, ad esempio, che per ottenere delle chips perfettamente dorate e prive di fastidiose e antiestetiche macchie nere vengono sottoposte a specifici trattamenti sbiancanti? Dopo che le patatine sono state tagliate e cotte, rotolano su un nastro trasportatore che individua le macchie nere. Le patatine vengono poi letteralmente “scolorite” e private delle parti più scure subito scartate, perché solo le chips migliori finiranno nel sacchetto che acquisteremo poi al supermercato.

Quello che ci chiediamo è: dove andranno a finire le patatine scartate? Mistero!

2. Cartone di succo di frutta

Frutta o verdura fresche nei prodotti confezionati
Fonte: brightside.me

Tropicana è in assoluto la più nota marca di succhi di frutta in cartone esistente in commercio. Da sempre garanzia di freschezza e qualità, il succo d’arancia Tropicana (top di gamma) per anni ci ha deliziato con il suo sapore inconfondibile, frutto di un’attenta spremitura, mai da concentrato, come ribadito anche dai tanti slogan della società.

Peccato solo che la realtà sia ben diversa da quella che ci hanno sempre raccontato. Il segreto dell’incredibile successo del marchio Tropicana? Un innovativo processo di produzione che conserva il succo d’arancia, eliminando l’ossigeno dal succo spremuto. La rimozione dell’ossigeno consente di conservare il succo anche per lunghi periodi di tempo, senza ricorrere al congelamento. In questo modo però, si rimuove anche tutto il sapore naturale del succo appena spremuto. Ecco perché le aziende che producono succhi di frutta ricorrono al contributo di compagnie specializzate in aromi e profumi per progettare apposite confezioni che mantengano (apparentemente) inalterato il sapore del succo.

Sconvolgente vero?

3. Ketchup

Frutta o verdura fresche nei prodotti confezionati
Fonte: brightside.me

Conoscete tutte la marca di ketchup Heinz? Vi sorprenderà sapere che la famosa salsa a base di pomodoro è stata bannata in Israele: i funzionari hanno stabilito che la popolare salsa non potrà più essere chiamata “ketchup”, ma condimento di pomodoro. Il perché è presto detto. Dopo attenti studi, il Ministero della Salute di Israele ha deciso che la salsa utilizzata come condimento di alcuni cibi (specie per le patatine fritte) non contiene sufficienti “solidi del pomodoro” per attribuirle la denominazione di ketchup.

Dai test di laboratorio è emerso che la salsa conteneva solo il 21% di concentrato di pomodoro, ben al di sotto della percentuale stabilita dalle norme alimentari di Israele secondo cui, per essere considerata ketchup, la salsa deve contenere il 41% di concentrato di pomodoro.

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4. Porzione di patatine fritte

Frutta o verdura fresche nei prodotti confezionati
Fonte: brightside.me

Fast food fa rima con… patatine fritte! Se poi sono quelle di McDonald’s, il re dei fast food, resistere diventa impossibile!

Ma cosa c’è davvero nelle patatine fritte di McDonald’s? La lista degli ingredienti è lunga, ben 19 tra cui: patate, olio di colza, olio di semi di soia, olio di semi di soia idrogenato… e poi ancora terz-butil-idrochinone, acido citrico e dimetilsilossano. Dimetil cosa??? E poi 19 ingredienti per una porzione di patatine fritte, non sono un po’ troppi?

Se è vero che l’ingrediente principale delle note patatine fritte è appunto il tubero, è altrettanto vero che c’è tanto altro (conservanti, aromatizzanti, oli…). Dopo essere state tagliate nella classica forma a bastoncino, le patatine vengono spruzzate con una miscela di oli vegetali, a cui si aggiungono gli aromi, acido citrico e polidimetilsilossano (sostanza della famiglia del silicone che serve a proteggere le patatine dalle alte temperature), il terz-butil-idrochinone per conservarle al meglio e il destrosio che conferisce alle patatine il colore dorato.

Una volta confezionate, le patatine fritte vengono poi spedite nei vari fast food della catena e, prima di raggiungere la nostra tavola, fritte nuovamente! Almeno questo è quanto accade negli Stati Uniti. In Europa invece la composizione delle patatine fritte sarebbe diversa e gli ingredienti solamente 9.

Care amiche, dopo aver scoperto di cosa sono realmente fatti i cibi che acquistiamo e che di frutta e verdura ce ne sono davvero poche, d’ora in poi è il caso di prestare maggiore attenzione ai prodotti confezionati che portiamo in tavola! Sicurezza e qualità prima di tutto!

A proposito di cibi freschi e salutari, se state cercando qualche idea creativa per convincere i vostri bambini a mangiare frutta e verdura, date un’occhiata a questa gallery!

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