Cos'è la carne plant based e com'è fatta
La carne plant based è fatta con le verdure, ma possiede gli stessi valori nutrizionali della carne: ma in tempi di crisi economica la sua percezione è cambiata.
La carne plant based è fatta con le verdure, ma possiede gli stessi valori nutrizionali della carne: ma in tempi di crisi economica la sua percezione è cambiata.
Molto spesso queste ultime persone trovano una soluzione nella carne plant based.
Come riporta Good Food Institute (Gfi), si tratta di “carne” che non è carne, perché è un prodotto a base vegetale. E si fonda su un’idea interessante: nella catena alimentare “classica”, gli esseri umani sono onnivori e questo significa che assumono cibi animali e cibi vegetali. Ma anche si quando assumono cibi animali, essi hanno, in senso lato, una base vegetale: pensiamo ad esempio alla mucca che si nutre d’erba.
Con la carne plant based si “salta” il passaggio animale, e verdure e ortaggi diventano direttamente “carne”.
Non è esattamente una novità: negli Stati Uniti questo prodotto esiste dal XIX secolo e tra gli anni ’70 e gli anni ’90 del Novecento sono sorte diverse aziende produttrici.
In Asia è un po’ diverso, perché le origini di cibi come il tempeh o il tofu si perdono nella notte dei tempi. Inizialmente il mercato era diretto solo a vegetariani e vegani, ma negli ultimi anni si è allargato anche grazie all’esperienza di aziende come Beyond Meat o Impossible Burger, che si rivolgono anche a coloro che si dichiarano onnivori.
La carne plant based ha la stessa composizione nutrizionale della carne che proviene da un’animale: contiene, come riporta ancora Gfi, proteine, grassi, vitamine, sali minerali e acqua. Somiglia in tutto e per tutto alla carne tradizionale, si cuoce come la carne tradizionale, ha il sapore che ricorda quello della carne tradizionale. Solo che è fatta con le verdure.
Ancora Gfi enumera i vantaggi ecologici che la carne plant based comporta, ovvero:
I lati negativi relativi alla carne plant based riguardano solo ed esclusivamente il risvolto economico, non altro. La carne vegetale costa paradossalmente di più della carne tradizionale economica, e in tempi di crisi economica coloro che si stavano permettendo questo apparente lusso, non se lo possono più permettere.
Il lusso è apparente per due ragioni: sul lungo periodo si viene premiati in termini di risparmio di risorse ambientali, e inoltre se la richiesta di carne vegetale dovesse essere più massiva, anche i prezzi crollerebbero, oltre che questo potrebbe comportare un aumento dei posti di lavoro.
Il New York Times spiega che si sono verificate diverse perdite negli anni a seguire la pandemia di coronavirus, e ci sono stati licenziamenti significativi nella filiera della carne vegetale, a partire addirittura dal colosso Beyond Burger. I dirigenti del comparto sono fiduciosi, ma è un processo che richiede diversi decenni perché il mercato si stabilizzi, anche grazie alla sensibilizzazione e alla consapevolizzazione dei fruitori.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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