I menu senza prezzi sono sessisti, a meno che non si cambi il modo di usarli
I menu senza prezzi hanno fatto sollevare il sopracciglio a più di una donna: sono una sorta di retaggio del passato, ma ci sono modi fruttuosi per utilizzarli.
I menu senza prezzi hanno fatto sollevare il sopracciglio a più di una donna: sono una sorta di retaggio del passato, ma ci sono modi fruttuosi per utilizzarli.
Negli ultimi anni i menu senza prezzi sono stati messi sotto accusa. Ci si chiede come mai alcuni ristoranti – e ce ne sono anche alcuni molto raffinati e di fascia alta tra questi – siano ancorati a un’idea sorpassatissima del rapporto di coppia, ma in realtà i dubbi e gli interrogativi riguardano ben più di questo.
In una semplice spiegazione, i menu senza prezzi corrispondono a un’idea eteronormativa delle coppie. Secondo i concetti dell’eteronormatività, infatti, non solo le coppie sarebbero formate solo da uomo e donna (ovviamente solo cisgender), ma le relazioni sarebbero anche dominate da rapporti di potere economico: l’uomo porta a casa i soldi, mantiene la famiglia, la donna sta a casa, non ha una propria occupazione e soldi suoi, bada alle faccende e ai figli.
Ci piacerebbe dirvi che famiglie di questo genere non esistono più dagli anni ’60. Purtroppo non è così: stando ai dati rilasciati dalla Confcommercio ad aprile 2023 le donne occupate in Italia sono solo il 43,6%, mentre in Europa si viaggia a una media di 54,1%. Per cui diciamo che il modello di coppia in cui la donna non lavora per alcune può essere legato al sistema sociale patriarcale, ma per altre è un obbligo cui si sottrarrebbero ben volentieri.
A questo si aggiunga che oggi esistono vari modelli famigliari o di coppia, legate a identità di genere non cisgender o a orientamenti sessuali diversi dall’eterosessualità. Quindi pensare dei menu solo per coppie etero in un cui le carte senza prezzo sono destinate alle donne escludono di fatto tutti gli altri modelli famigliari.
Per tutto quello che abbiamo spiegato: sì, i menu senza prezzo non sono una “galanteria”, ma un indice di sessismo. Al di là del fatto che magari molte donne in coppie etero preferiscono fare loro la gentilezza all’uomo di pagare il conto – magari senza spendere un capitale per mangiare loro stesse dato che non vedono i prezzi corrispondenti a ciò che stanno ordinando.
E no: i menu senza prezzi, ribadiamolo, non hanno più molto senso.
Non buttiamoli via: i menu senza prezzi potrebbero tornare utili. Prendiamo il caso che si stia organizzando un compleanno al ristorante e il festeggiato o la festeggiata voglia offrire la cena ad amici o parenti. Il menu con i prezzi potrebbe essere dato a chi compie gli anni, mentre la carta senza prezzi andrebbe agli invitati.
Vale anche per gruppi più ristretti, come quando si festeggia una promozione al lavoro e si invitano a cena anche i genitori o i fratelli. Con un menu senza prezzi è molto più agevole che le persone che abbiamo voluto accanto a noi in un giorno speciale scelgano liberamente senza essere vincolate al costo della cena.
Quindi le carte senza prezzi al ristorante potrebbero ancora essere utilizzate (tanto più che gettarle via rappresenterebbe uno spreco inutile di carta e plastificazione), ma solo in determinate situazioni. Quante donne si sentirebbero invece offese nel momento in cui stanno partecipando a una cena di coppia e si ritrovano alle prese con un menu di questo tipo, dato a loro automaticamente e sottintendendo che non saranno loro a pagare il pasto?
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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