
Scopri l'Orto Sinergico che si coltiva da solo (o quasi!)
Semplicità ed ecosostenibilità rappresentano le basi per un orto sinergico: ecco da cosa partire e come proseguire passo dopo passo.

Semplicità ed ecosostenibilità rappresentano le basi per un orto sinergico: ecco da cosa partire e come proseguire passo dopo passo.
Molte persone, soprattutto in tempi di inflazione e di grande attenzione per l’ambiente, potrebbero aver sviluppato un desiderio: quello di coltivare un orto in casa. Ma un orto richiede solitamente molto impegno e delle attitudini di cui non tutte e tutti siamo dotati. E se ci fossero dei tipi di coltivazioni che invece richiedono meno sforzo del solito e grandi vantaggi per sé e soprattutto per il pianeta? Sì che esistono: un orto di questo tipo prende il nome di orto sinergico.
Come si legge su AgriMag, l’orto sinergico rappresenta una tecnica di coltivazione basata su permacultura e agricoltura sostenibile: vengono utilizzate delle tecniche naturali che non solo riducono al minimo l’impatto ambientale, ma permettono alle piante (ma anche agli animali di un determinato ecosistema, in particolare gli insetti) di concorrere alla salute e alla prosperità dell’orto stesso. Tra queste tecniche ci sono:
Il grosso vantaggio di un orto sinergico consiste nel fatto che sono le piante stesse a lavorare tra loro per assicurare una buona coltura: quindi c’è molto meno da fare, in termini di interventi antropici, lo spazio richiesto è davvero minuscolo (basta anche un piccolo giardino o cortile), e si risparmia in termini economici perché è tutto basato su riciclo e riutilizzo.
Il primo passo per la realizzazione di un orto sinergico è la scelta della posizione, affinché le proprie coltivazioni possano godere della luce del sole. L’ideale sarebbe anche tenere lontano il proprio orto da fonti di inquinamento, ma per chi vive in città quest’ultima istanza è molto difficile da portare a buon fine, tanto più che spesso l’inquinamento atmosferico rischia di entrare nel ciclo dell’acqua.
In secondo luogo viene preparato il terreno con l’eliminazione delle erbacce spontanee, come per esempio le ortiche, e l’aggiunta di fertilizzanti naturali. Quindi si può passare a scegliere le piante e metterle in posa: la scelta spesso ricade su quelle più utili per il consumo quotidiano, come ortaggi, verdure e aromi. È particolarmente utile ospitare in questa equazione anche degli animali, in primis le galline, che possono fornire letame da utilizzare come fertilizzante.
Si passa poi alla scelta del sistema di irrigazione, che deve assicurare il massimo risparmio idrico, pur assicurando una corretta idratazione delle piante messe a dimora. Naturalmente non finisce qui: anche se c’è poco da fare, o meglio meno che per altri orti, anche l’orto sinergico deve essere controllato di tanto in tanto, per l’eliminazione di nuove erbacce e nel caso una rimozione naturale dei parassiti.
Come detto, l’orto sinergico deve essere ecosostenibile: riciclo e riutilizzo sono le basi di questa sostenibilità, insieme naturalmente al risparmio idrico. Tuttavia non bisogna dimenticare che anche la biodiversità concorre alla sostenibilità del proprio orto e quindi la scelta delle piante deve essere razionale, in base al microclima del luogo in cui ci si trova, e le piante stesse devono andare d’accordo tra loro, ovvero essere omogenee dal punto di vista ecosistemico.
Come spiega Passione in verde, mentre la permacultura può essere una delle tecniche utilizzate nell’orto sinergico, essa prevede in sé molti ambiti differenti. L’orto sinergico, per la sua buona riuscita, è basato su nozioni di tipo ambientale e fitologico. La permacultura può risultare a una prima impressione molto più libera e caotica, in realtà perché si basa soprattutto sul corso della natura: nell’orto sinergico la mano umana invece si vede molto di più, sebbene non sia invadente. La scelta rispetto a una tipologia o a un’altra di orto è legata all’impegno che una persona può e vuole metterci: sono entrambe opzioni meno impegnative rispetto a colture più tradizionali, ma tra le due è la permacultura quella più disimpegnata.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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