Croccanti, gustose, pratiche ed economiche, quando si parla di patatine fritte ogni momento è quello giusto. Poco importa che si tratti di junk food o che quel peccato di gola ci rovini l’appetito, le chips di patate sono uno dei quei cibi ai quali è impossibile resistere! La passione per questo alimento è testimoniata dalla creatività delle aziende produttrici, che si ingegnano ogni giorno per immetterne sul mercato di nuove. Un esempio? Questi 25 bizzarri gusti! Ce n’è per tutti i palati: dalla zuppa di pesce piccante al tè al limone.

Che siano sottili e in busta o più spesse e servite al piatto, come le chiacchierate patatine fritte del Mc Donald’s, una tira l’altra e la strada per trasformarsi in potato chips addicted è a distanza di un crunch. Questo snack non è tra i più salutari ma le sue 200/300 kcal  possono essere consumate, senza sensi di colpa, ricorrendo a del sano esercizio fisico. Le tipologie in commercio sono tantissime e si distinguono per metodo di cottura, lavorazione, dimensioni e forme. In un universo così vasto, però, non potevano mancare delle piccole eccezioni, come questi due tipi di chips che, probabilmente, non vorrete assaggiare mai!

1. Le patate gourmet svedesi

Fonte: boredpanda.com

Cinque esclusive patatine fritte alla modica cifra di 56 dollari (53 euro circa) è la proposta della fabbrica di birra svedese St. Erik’s. La costosa scatola va ad accompagnare il prodotto di punta dell’azienda in una degustazione per veri gourmet. Il brand manager Marcus Friari ha commentato il lancio dell’esclusivo box, sottolineando che una birra di prima classe merita uno snack di prima classe. Peccato che per una cifra del genere non ci si aspetterebbe di rimanere “insoddisfatti” e con la voglia di sgranocchiare ancora qualcosa.

2. Le chips di pesce

Fonte: web

In cucina non si butta mai niente ed ecco che un numero sempre maggiore di chef inventa ricette per recuperare ciò che altrimenti butteremmo via. È il caso di questa insolita patatina fritta, ricavata dalla pelle del pesce (salmone, orata, merluzzo, ecc.). Ottenerla è semplice ma il risultato fa comunque un po’ impressione. A differenza delle costose patatine del birrificio St. Erik’s, provare le chips di pesce non costa nulla, basta puntare alla versione home made. I temerari che vorranno levarsi la curiosità potranno seguire la ricetta delle chips di salmone di Jostein Medhus, chef della Kulinarisk Akademi di Oslo. Prima di tutto, bisognerà isolare la pelle e ammorbidirla, cuocendola in acqua bollente per 3/5 minuti. A questo punto, avrà assunto una consistenza gelatinosa che perderà facendola asciugare in forno a 100°. Una volta sfornata, la pelle del pesce sarà pronta per essere conservata o fritta al momento. Tanta fatica insomma ma ne varrà la pena? Di certo, non ci immaginiamo a sgranocchiare queste chips andando al lavoro o al cinema ma chi ama il pesce potrebbe apprezzare.

Fatta eccezione per questi due tipi di patatine fritte, una decisamente troppo cara e l’altra un po’ troppo alternativa per alcuni palati, questo snack resta un intramontabile spezza-fame, un classico in quei momenti della giornata in cui non riusciamo a resistere alle tentazioni. Attenzione però a non confondere un semplice buco allo stomaco con la voglia ricorrente di cibi dolci o salati, che può essere invece il campanello d’allarme di patologie anche gravi.

Preoccupazioni salutari a parte, un pacchetto di patatine è un piacere che è bello concedersi di tanto in tanto e che fa meno male se consumato senza sensi di colpa. Se una mela al giorno toglie il medico di torno, una manciata di chips ogni 7 ci sembra un buon compromesso non credete?

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