Molti ne esaltano le proprietà e i benefici, ma sull’effettiva efficacia si discute da tempo, e le posizioni sono nettamente contrapposte. Perciò anche noi cerchiamo di capire: il sale rosa dell’Himalaya fa davvero bene, meglio del comune sale da cucina usato sulle nostre tavole?

Le proprietà del sale rosa (e cosa dicono i suoi detrattori)

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Fonte: web

Il sale rosa dell’Himalaya è diverso dal comune sale da cucina, dato che non è costituito essenzialmente, come quest’ultimo, da cloruro di sodio. Il sale himalayano è puro, privo di tossine e di sostanze inquinanti a differenza del sale marino, il quale può essere contaminato. Conosciuto anche come “oro bianco”, il sale rosa dell’Himalaya è ricco di sali minerali, più di 80, tra cui spicca il ferro, caratteristica del tutto assente nel sale da cucina; proprio tale minerale sarebbe infatti il responsabile del tipico colore rosa, oltre al fatto che la varietà di sale non viene, sempre diversamente da quanto accade con il sale utilizzato nelle nostre cucine, sottoposta ad alcun trattamento sbiancante.
La sua purezza renderebbe inoltre anche il nostro intestino più capace ad assorbirlo.

Se parliamo di benefici, i sostenitori del sale rosa dell’Himalaya dicono che, se impiegato in sostituzione del comune sale da cucina, limiti il rischio di ritenzione idrica e di ipertensione, proprio per via del contenuto di cloruro di sodio decisamente ridotto. Il suo utilizzo può inoltre tenere sotto controllo i livelli di acqua presenti nell’organismo, e loro regolazione, per garantirne il corretto funzionamento; equilibrare il pH a livello delle cellule, cervello incluso, ridurre i segni dell’invecchiamento, migliorare la capacità di assorbimento degli elementi nutritivi presenti nel cibo lungo l’intestino; avrebbe proprietà benefiche per la respirazione e la circolazione, per la riduzione dei crampi e per una maggiore forza nelle ossa. Sarebbero interessati dalla sua azione anche i reni, il sonno, e il desiderio sessuale.

Come dicevamo, però, benché gli studiosi siano concordi nell’affermare che si tratti di un sale non raffinato e con molti minerali, alcuni sottolineano che i suoi vantaggi non sarebbero così evidenti: Simona Giampaoli, dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità e responsabile de Il Progetto cuore, a ilfattoalimentare.it spiega che “È difficile far capire al consumatore che il sale è sale: poco importa se i grani sono bianchi, azzurri o rosa o se il costo sia molto diverso. Tutti i sali del commercio contengono quasi esclusivamente cloruro di sodio, l’unica eccezione riguarda il sale di potassio consigliato nei regimi alimentari a basso tenore di sodio“.
Le proprietà nutrizionali dell’ingrediente, secondo questa parte di studiosi, non sarebbero dunque speciali. I sostenitori del sale rosa trascurerebbero infatti il fatto che lo iodio, cruciale per la salute dell’uomo, nel sale himalayano sia presente in misura davvero minima. Lo iodio è un micronutriente fondamentale per la funzionalità degli ormoni tiroidei, i quali agiscono con un ruolo di primo piano nello sviluppo del sistema nervoso e nel mantenimento dell’equilibrio metabolico. Per questo motivo assumere un adeguato quantitativo di iodio è indispensabile a ogni età, e già nella dieta degli italiani i livelli di iodio assunto sono ben al di sotto della sufficienza. Le carenze di iodio “possono aumentare il rischio di aborto e portare a deficit cognitivi e intellettivi nei bambini“, spiega precisa Antonella Olivieri, responsabile dell’Osservatorio Nazionale della Iodoprofilassi in Italia-Osnami dell’Istituto Superiore di Sanità.

Svantaggi certi del sale rosa dell’Himalaya riguardano soprattutto il costo (in media si aggirano sui 2,50): benché sia facilmente reperibile nei supermercati, infatti, non parliamo certo di un prodotto a chilometri zero. Le zone di estrazione sono molto lontane da noi, e le modalità stesse di estrazione fanno sorgere alcuni dubbi: il sale rosa verrebbe trasportato a spalla, in sacchi pesanti, soprattutto da donne, per chilometri e chilometri, fino alle aree di lavorazione, l’aumento della richiesta del prodotto contribuirebbe a inasprire le condizioni di lavoro, già pesantissime, rasentando un vero e proprio sfruttamento.

Le lampade di sale rosa dell’Himalaya

lampade di sale rosa dell'himalaya
Fonte: web

Oltre all’uso alimentare, vi sono altri utilizzi alternativi del sale rosa: può essere usato, ad esempio, nella preparazione di uno scrub per la pelle, per un bagno caldo e per la riduzione dei dolori articolari, oppure per preparare una soluzione salina adatta a disinfettare il cavo orale in caso di mal di gola e di raffreddore.
Ma un uso piuttosto famoso è quello delle lampade di sale rosa, fabbricate con salgemma proveniente dall’Himalaya, queste lampade emanano una luce elegante e soffusa, e sono formate da cristalli di sale che emanano nell’aria ioni negativi, che le fanno considerare ottime suppellettili in grado di mantenere salubre l’aria di casa. L’utilizzo di una lampada di sale favorirebbe la concentrazione e l’attenzione, migliorando la produttività e stimolando il sistema immunitario; il loro costo varia dai 10 ai 20 euro per le lampade più piccole, dai 30 ai 60 per quelle più grandi.

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