Cos'è il caffè sintetico e quali sarebbero i vantaggi dei chicchi da laboratorio

Il cambiamento climatico modificherà il nostro modo di vivere in più modi e uno di essi coinvolgerà la produzione di caffè: per questa ragione è molto probabile che avverrà una diffusione massiva del caffè sintetico.

Nel mondo di un futuro non troppo lontano molte cose potrebbero non essere come le conosciamo. Anche i cibi e le bevande, come per esempio il caffè, che sarà rimpiazzato, probabilmente entro il 2050, dal caffè sintetico.

È una di quelle cose che a dirle così fanno paura o destano, nel migliore dei casi, sospetto: purtroppo i nostri stili di vita rischiano di essere sovvertiti dal riscaldamento globale e quello che possiamo fare è trovare delle soluzioni a lungo termine, soprattutto per tutelare gli ecosistemi.

Ma pensate anche a questo: la margarina è un cibo sintetico, eppure nessuno di noi penserebbe sia strano utilizzarla, perché esiste dal XIX secolo. Probabilmente è solo questione di tempo, ci abitueremo anche a questo.

Cos’è e come è fatto il caffè sintetico?

Come spiega The Guardian, il caffè sintetico è una bevanda in tutto e per tutto simile al caffè naturale: è liquido e marrone. Per quanto riguarda il sapore purtroppo ci va molto vicino ma non è la stessa cosa.

Dal 2021 diverse aziende stanno sperimentando miscele che possano assomigliare al caffè tradizionale, ricavando la caffeina dal tè verde e coinvolgendo diverse percentuali di legumi, cereali, frutta e semi.

Alcuni tra i più comuni sono i semi di girasole, il limone, il miglio, il fieno greco e il dattero: quest’ultimo contribuisce al tipico colore marrone.

L’impatto del cambiamento climatico

Caffè sintetico
Fonte: iStock

Perché pensiamo che questa rivoluzione avverrà entro il 2050? Perché è quello l’anno in cui – ritengono gli studiosi – il pianeta Terra sarà talmente flagellato dal riscaldamento globale che molte coltivazioni tradizionali sono a rischio.

E alcune ne sono state la causa: il caffè ha portato alla deforestazione, ha accresciuto le emissioni di carbonio e spesso ridotto in povertà i coltivatori (a fronte dei guadagni esponenziali, come spesso accade, delle multinazionali). E da un albero di caffè si ottengono solo 1 o 2 chili di chicchi all’anno.

Come si legge su Coffee Talk, metà dei terreni che oggi sono adibiti alla produzione del caffè, saranno inospitali, proprio per via del cambiamento climatico, entro il 2050.

I vantaggi e i benefici del caffè sintetico

Chiaramente la produzione di caffè sintetico, se dovesse corrispondere alle aspettative, porterà benefici e ricadute positive sugli ecosistemi: alberi più resistenti ad alte temperature vuol dire maggiore capacità di adattamento, che risponde a un criterio evolutivo.

Dal punto di vista individuale, i benefici vengono rimandati al singolo ingrediente che verrà coinvolto nella produzione: in altre parole, se il caffè sintetico viene realizzato con i datteri, i benefici dipenderanno dalle sostanze nutritive contenuta in questo frutto. Se gli ingredienti saranno altri, i benefici dipenderanno sempre dalle sostanze nutritive riferibili a essi.

Gli effetti sul costo e sulla produzione del caffè

Si possono fare delle previsioni su cosa potrebbe accadere alla produzione di caffè, ma si tratta, appunto, di previsioni, di speculazioni, non di certezze. Se si considera la legge della domanda e dell’offerta, se dovesse resistere una produzione di caffè tradizionale sebbene molto rara, è molto probabile che il costo di questa bevanda nella sua forma naturale arrivi alle stelle, mentre la diffusione di caffè sintetico, mano a mano, abbatterà costi di produzione e quindi prezzi. Anzi, quando che il caffè naturale diventerà meno disponibile e più costoso, risulterà più comune sostituirlo con il suo succedaneo.

Un esperimento interessante viene dalla Nasa, che ha proposto di utilizzare stazioni spaziali e basi lunari per coltivare naturalmente il caffè all’interno dei bioreattori. Il risultato è positivo, tanto che si sta pensando di espanderlo ad altre coltivazioni che rischiano l’estinzione, come per esempio il cacao, ma è difficile dire se il prezzo dei cibi coltivati nei bioreattori sarà accessibile e soprattutto se la quantità disponibile potrà soddisfare il fabbisogno mondiale, ipotesi quest’ultima che appare molto remota.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!