Farina di insetti: perché non si deve gridare allo scandalo
Ci sono troppi pregiudizi sulla farina di insetti: possiamo usare questo prodotto oppure no, è una possibilità ma nessuno ci obbliga.
Ci sono troppi pregiudizi sulla farina di insetti: possiamo usare questo prodotto oppure no, è una possibilità ma nessuno ci obbliga.
Proviamo a scoprirne di più.
Come spiega 21Bites, al momento solo alcuni insetti sono impiegati nella produzione di farine, ovvero i grilli (che poi sono quelli che al momento interessano l’Unione Europea), le cavallette e i tenebrionidi. La produzione avviene attraverso disidratazione degli insetti, che poi vengono polverizzati industrialmente a rifiuti zero.
Questo ci dice un po’ di cose. Ci dice per esempio che le farine di grillo e altri insetti possono essere d’aiuto nella tutela del pianeta, e forse, quando e se il costo di queste farine crollerà (è una novità e quindi i prezzi sono ancora molto alti), questa farina potrà essere usata in Paesi in via di sviluppo in cui si patisce la fame.
Tuttavia non può essere consumata dai vegani poiché non è cruelty free, e comunque al momento il suo utilizzo avviene insieme ad altre farine più tradizionali dal nostro punto di vista europeo o occidentale.
HealthLine chiarisce che questa spinta verso le farine di grillo viene dalla FAO, per una questione di sicurezza alimentare. I grilli infatti elaborano efficientemente ciò che mangiano, producono meno gas serra, consumano meno terra e acqua rispetto agli allevamenti tradizionali.
Inoltre rappresentano una fonte di proteine che possono essere sostituire alle più tradizionali proteine della carne da allevamento.
I valori nutrizionali che ci interessano sono appunto quelli della farina di grillo, che sono ricche di
No, dati i valori nutrizionali, la farina di insetti non fa male in sé, ma può far male come fa male tutto in un contesto più ampio. Se un animale, un frutto, un ortaggio, una verdura provengono da un luogo molto inquinato o in cui si usano pesticidi dannosi per l’organismo umano, chiaramente quel cibo non fa bene.
Ma appunto il fenomeno non è limitato ai soli insetti. In più il sapore pare sia tutt’altro che sgradevole: chi ha provato cibi a base di farina di grillo afferma che ricordi un po’ la nocciola. Certo, se si pensa ai grilli, per alcuni la farina non risulta molto appetitosa, ma è tutto relativo: al mondo ci sono persone che trovano poco appetitosi crostacei, molluschi e perfino legumi in base al loro aspetto.
Il regolamento della Commissione europea numero 5 del 2023 stabilisce che anche in area Schengen possano essere commercializzate farine di grillo domestico e cibi realizzati con questa farina. Tuttavia viene fatta salva la sicurezza alimentare: questo significa che da gennaio 2023 è possibile trovare in commercio in Europa la farina di grillo prodotta da Cricket One, un’azienda del Vietnam. Se altre aziende vorranno fare lo stesso, saranno sottoposte al vaglio dell’Ue, che appunto sulla sicurezza alimentare non vuole recedere di un passo.
C’è una cosa molto importante da tenere a mente: chi polemizza affermando che ci vogliono imporre la farina di insetti, non solo è nel torto ma utilizza anche un’iperbole che contiene un bias. Nessuno ci imporrà di mangiare questo o quel cibo, ognuno, come sempre, sarà libero di seguire l’alimentazione che preferisce.
Al momento si possono comprare le farine di grillo, ma anche pane e biscotti parzialmente realizzati con questa farina – ne contengono infatti anche altre, come farine integrali, farina di grano tenero o di grano duro, farina di mais o d’avena, e così via.
Come detto, il costo è davvero molto elevato, ma può darsi che mano a mano che la richiesta aumenterà, se insieme aumenterà la produzione in base alla richiesta, anche i prezzi caleranno moltissimo.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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