Foodish mood: quando il cibo serve a raccontare se stessi e le emozioni

In cosa consiste la tendenza al Foodish, resa celebre da un programma televisivo: la condivisione di ricordi e sentimenti dietro ogni ricetta.

Nel 2025 Tv8 ha lanciato una nuova trasmissione televisiva condotta da Joe Bastianich: si intitola Foodish ed è una sorta di cooking show, tuttavia sarebbe riduttivo definirlo solo in questo modo. La trasmissione infatti incarna un modo di vivere la cucina e la ristorazione attraverso ricordi e narrazione personale, ed è questo il suo enorme punto di forza.

Cos’è il format “Foodish” e perché fa tendenza

Il titolo Foodish si basa su una sorta di gioco di parole, che unisce “food”, che significa cibo, e “foolish”, che significa matto in un’accezione positiva. Basti pensare che Bastianich, all’esordio di ogni puntata cita, rivisitandolo, il motto di Steve Jobs: “Stay hungry, stay foolish”, che significa “siate affamati, siate folli”. Foodish è, secondo le parole di Bastianich,

Quella cosa che ci fa impazzire quando mangi un piatto giustissimo, che ti fa dimenticare tutto quello che hai mangiato prima, così: bam! Ti arriva una nuova realtà, ti cambia la testa. Quella cosa lì è Foodish.

Il format prende le mosse da una sorta di gioco: qual è la migliore cacio e pepe di Milano? E quale la migliore pasta alla genovese di Napoli? E le migliori orecchiette di Bari? Oppure la migliore lasagna di Bologna? Vengono dunque selezionate quattro attività ristorative, sul modello di 4 Ristoranti – non a caso il primo ospite è Alessandro Borghese – e queste quattro attività ristorative si scontrano e si confrontano su un singolo piatto della tradizione regionale italiana. Il tutto con un ospite sempre differente, puntata dopo puntata, che non necessariamente proviene dal mondo della culinaria, ma a proprio modo è un esperto per passione o inclinazione magari.

Le ragioni del successo sono da rintracciare nella formula del format: non ci si annoia mai e si percepisce il divertimento, la passione, l’emozione di chi vi partecipa o come concorrente o come ospite. Tra l’altro la gara è al cardiopalma: le quattro attività non si scontrano tutti insieme, ma il processo di selezione è progressivo e ci si elimina due per volta sulla base della propria unicità, di un X-Factor culinario, per citare un’altra celebre trasmissione televisiva.

Come combinare cucina, intrattenimento e storytelling

Una delle cose interessanti di questo programma e che sì, il punto di partenza è sicuramente la tradizione: ognuno di noi associa un determinato piatto a una determinata città o comunque ha una regione, però ci sono altri elementi che fanno parte di questo tipo di intrattenimento. La cucina a partire dal 2010 è diventata in effetti uno degli argomenti cardine della televisione e viene declinata in tanti modi diversi, ma forse mai come è accaduto in Foodish.

Il format propone infatti una mescolanza tra cucina, intrattenimento e storytelling: non si tratta soltanto di scegliere la tradizione all’innovazione di un piatto e viceversa, ma anche di premiare una narrazione che sia strettamente personale, che susciti l’emozione di un ricordo, come una madeleine di proustiana memoria. Viene quasi dato per scontato che ogni ricetta tradizionale è di per sé il prodotto di incontri e migrazioni tra i popoli: il punto è invece ora capire come la tradizione si innesta sulla contemporaneità e come uno chef o una chef propone la narrazione stessa.

Idee per ricreare il feel foodish a casa tua

Guardare in tv è un conto, e anche se divertente, può esserlo molto di più se proviamo a rivisitare in casa il foodish. Ma come si fa? Le idee possono essere queste:

  • il cibo da asporto. Insieme con un gruppo di amiche e amici, si può decidere se acquistare dei cibi da asporto della stessa tipologia da diversi locali della propria zona, e consumarli in casa raccontandosi a vicenda ciò che ci lega a un determinato piatto, a una tradizione oppure una storia divertente è inerente al tema. Naturalmente ognuno potrà anche votare il proprio preferito, che non vincerà un premio in denaro come nella trasmissione di Bastianich, ma lo si fa per ravvivare la discussione conviviale;
  • una gara casalinga. Sempre in una situazione con amici e amiche, oppure membri della propria famiglia, si può pensare a dedicarsi a una gara culinaria basata su ricette che sono i propri cavalli di battaglia, e alcuni tra i commensali faranno da giudici.

In generale tuttavia il sentimento del foodish nella propria vita è qualcosa che o c’è o non c’è. È quel momento in cui si si raccolgono e si mangiano i gelsi direttamente dall’albero. È quel ricordo di quando tra cuginetti si aiutava la nonna a fare il pane in forno. È nel rito della passata di pomodoro che impegnava la famiglia in estate. È nella frittura calda rubata dal piatto, di quando si tornava a casa da scuola. È nel sushi da asporto diviso con i coinquilini all’università davanti a un film. È nella pizza della domenica a cena, nella lasagna della domenica a pranzo. E se c’è un cibo capace di emozionare, è quello che genera una narrazione: forse non sarà il più buono di tutti, ma è quello che resta nel cuore.

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