
Sai leggere l'etichetta dell'acqua che bevi? Impara ora in modo facile: è importante
Residuo fisso, sodio, data di scadenza e conducibilità elettrica: cosa significa in senso pratico leggere l'etichetta dell'acqua.

Residuo fisso, sodio, data di scadenza e conducibilità elettrica: cosa significa in senso pratico leggere l'etichetta dell'acqua.
Tutto ciò che mangiamo ha un’etichetta. Anche accanto alla la frutta e alla verdura fresche, in vendita sfuse, ci sarà un cartello che ne chiarisca provenienza o altro. Quindi non stupitevi se l’acqua in bottiglia possiede un’etichetta che, come tutte, è fondamentale leggere e capire. Certo, potrete ribattere che questo argomento non vi interessa, perché utilizzate la “casa dell’acqua” che c’è al vostro paese: con sorpresa scoprirete che anche quella ha un’etichetta. Esploriamo quindi in cosa consiste l’etichetta dell’acqua, a cosa serve e cosa può comunicarci.
L’etichetta dell’acqua esiste per via di una direttiva europea, la 2000/13/CE, che prescrive cosa ci deve essere scritto per informare i consumatori, ovvero la denominazione di vendita, gli ingredienti e la loro percentuale, la data di conservazione o scadenza, eventuali condizioni speciali di conservazione, luogo d’origine. Ci possono essere delle differenze tra una marca d’acqua in bottiglia e un’altra (sebbene l’Organizzazione dei Consumatori e degli Utenti ritiene che le informazioni debbano essere il più possibile omogenee e complete), ma appunto le indicazioni obbligatorie per legge non possono mancare. Spiega Il Ceo di Virtus Italia Lorenzo Malara:
Saper leggere l’etichetta dell’acqua è un gesto di consapevolezza che può fare la differenza. Non basta scegliere un marchio noto o un packaging accattivante: occorre guardare i numeri, interpretare i dati e ricordarsi che l’acqua, per essere davvero sana, deve essere anche fresca, leggera e conservata correttamente.
Ma come capire i valori indicati sull’etichetta dell’acqua? Uno dei concetti misteriosi ai più è probabilmente il residuo fisso, che indica in mg/l la quantità di sali minerali rimanenti dopo che l’acqua viene fatta evaporare a 180°C: un residuo fisso più basso di 80 mg/l è l’ideale, in particolare per chi soffre di problemi renali, mentre un residuo fisso alto (per esempio oltre 500 mg/l) può dare disturbi sul lungo periodo.
C’è poi il residuo secco che, si legge su Rain of Life, comprende:
Tutte queste sostanze hanno dei livelli di guardia. Per esempio, sopra una concentrazione di 1,5 mg/l di fluoro l’acqua non va consumata regolarmente sotto i 7 anni. Il sodio invece deve essere considerato sotto i 200 mg/l e i nitrati al di sotto dei 50 mg/l: l’acqua al di sopra di queste soglie è fortemente sconsigliata.
È una sola la grande differenza tra acqua oligominerale e minerale: la quantità residuo fisso. In pratica, sotto i 500 mg/l si parla di acqua oligominerale, tra i 500 e i 1500 mg/l si parla di acqua minerale. Se l’acqua minerale viene considerata specifica per il consumo nei mesi caldi dell’anno (per via della perdita di fluidi corporei legati alla sudorazione), per tutto il resto dell’anno, ogni giorno, è meglio ricorrere a un’acqua oligominerale, che stimoli la diuresi, contenga poco sodio e non accresca i sali minerali nell’organismo.
In generale, l’acqua più adatta per consumi di tutte le età, è oligominerale e quindi ha un basso residuo fisso, un basso contenuto di sodio, ma anche una bassa conducibilità elettrica: quest’ultimo valore indica la presenza di ioni, sali minerali e impurità disciolti nell’acqua. Per altre indicazioni specifiche in base alla propria situazione, meglio chiedere consiglio al proprio o alla propria nutrizionista.
Uno degli errori comuni sull’etichetta dell’acqua è che la data di scadenza indichi che l’acqua va a male: in realtà, ad “andare a male” è la plastica (se la bottiglia è in questo materiale, quindi con il vetro non accade). Il problema è nel rilascio di microplastiche dal contenitore al contenuto, in particolare in presenza di fondi di calore (per esempio se le bottiglie vengono messe fuori dal supermercato all’aperto prima della vendita).
Sostanzialmente, se la data di scadenza è molto lontana, significa che il suo percorso di produzione, trasporto e vendita dal dettaglio è stato davvero breve. Tra l’altro c’è chi chiama l’acqua imbottigliata da anni acqua vecchia o acqua morta, dato che in questa situazione si perdono qualità, vitalità e sostanze nutritive. In altre parole, possiamo non vedere le trasformazioni che l’acqua imbottigliata subisce nel tempo, ma non è detto che non esistano.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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