Quotidianamente nelle nostre cucine ciascuno di noi produce un’elevata quantità di rifiuti organici, di origine alimentare. Ma spesso si tratta di una quantità molto maggiore del dovuto. Gli sprechi alimentari sono all’ordine del giorno nella nostra società, dove forse si da poco peso al buttare nella pattumiera del pane raffermo, dell’insalata non più freschissima, delle uova in scadenza o della frutta troppo matura. Il più delle volte si potrebbe evitare perché tutti questi cibi potrebbero ancora essere potenzialmente consumati.

Non a caso, la Commissione Europea ha dato una definizione ben precisa degli sprechi alimentari:

L’insieme dei prodotti scartati dalla catena agroalimentare, che – per ragioni economiche, estetiche o per la prossimità della scadenza di consumo, seppure ancora commestibili e quindi potenzialmente destinati al consumo umano – sono destinati a essere eliminati o smaltiti.

Sprechi alimentari: dati in Italia e nel mondo

I dati FAO parlano chiaro: annualmente si sprecano nel mondo 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, 1/3 della produzione totale destinata al consumo umano.

Alcuni Paesi negli ultimi anni sono stati più virtuosi rispetto ad altri, riuscendo a contenere gli sprechi. Per esempio in Gran Bretagna dal 2007 al 2012 c’è stata una diminuzione di scarti del 21%.

L’Italia, secondo le ultime stime, è passata da uno spreco alimentare di 145 kg a famiglia e 63 kg a persona del 2016 a 84 Kg a famiglia e 36 Kg a persona nel 2018. Ma, in termini economici, il nostro Paese spreca ancora risorse alimentari per un totale di 8,5 miliardi di euro (0,6% del Pil). Decisamente troppo.

Sprechi alimentari: la lotta e le iniziative

Ci sono diverse strategie mirate e azioni correttive specifiche per ridurre gli sprechi alimentari. Le misure di intervento comprendono campagne, dibattiti, informazioni, educazione, aiuti logistici. Un ruolo essenziale ha il lavoro delle organizzazioni e delle istituzioni. Ma a fare la differenza è la percezione del consumatore, le sue abitudini quotidiane, i suoi comportamenti.

In Italia dal 2016 è in vigore la legge Gadda (n. 166/2016) che prevede semplificazioni burocratiche e sgravi fiscali per chi dona cibo a fini di solidarietà.

Ci sono anche altre azioni mirate. Tra le misure più recenti c’è l’istituzione, presso la Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione, di un Tavolo Tecnico per la predisposizione delle Linee Guida indirizzate ai gestori delle mense, per prevenire e ridurre lo spreco alimentare.

In più, presso la stessa struttura, è stato avviato un accordo di collaborazione tra pubbliche amministrazioni per realizzare un Progetto di Ricerca: SPAIC- Cause dello spreco alimentare e interventi correttivi. Lo scopo di è informare i consumatori, revisionare i loro stili di vita, correggere gli atteggiamenti e i comportamenti che influenzano negativamente la produzione di scarti alimentari e, infine, pensare a modelli educativi efficaci, facili da veicolare anche sui canali multimediali.

5 consigli per evitare (nel nostro piccolo) gli sprechi alimentari

Per la prevenzione dello spreco alimentare ci sono alcuni consigli che, se tenuti a mente e seguiti, consentono di fare la differenza.

1. Pratica il FIFO

sprechi alimentari
Fonte: iStock

FIFO è l’acronimo di First In First Out: primo dentro primo fuori. Significa avere l’accortezza, quando si sistema la spesa nelle dispense e in frigorifero, di riporre i nuovi acquisti dietro/sotto quelli già presenti, dunque acquistati prima. In questo modo, si faciliterà il loro consumo, avendoli a portata di mano e a vista d’occhio.

2. Attenzione alla data di scadenza

La data di scadenza indica il giorno trascorso il quale il prodotto non può più essere consumato. Ma attenzione: sulle etichette è riportato anche il termine minimo di conservazione, che invece indica che il prodotto, oltre quella data, può sì cambiare caratteristiche (odore, sapore), ma può ugualmente essere consumato senza rischi per la salute.

3. Utilizzi alternativi

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Fonte: IStock

Mentre gli avanzi possono essere a loro volta reimpiegati per realizzare nuove ricette, frutta e verdura possono essere anche utilizzati, se troppo maturi, per preparare dolci, frullati, zuppe, minestre.

4. Occhio ai rifiuti

Controlla con attenzioni i tuoi rifiuti, settimanalmente. Se ti accorgi che il più delle volte getti del pane o delle uova, abbi l’accortezza di acquistarne in minore quantità la volta successiva.

5. Conservazione degli alimenti

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Fonte: iStock

Se devi conservare degli alimenti che sono sprovvisti di confezione richiudibile, una volta aperti riponili poi in appositi contenitori ermetici, così da preservarne sapore e freschezza.

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