Specialty coffee, quei chicchi unici curati con amore
Ci vuole cuore, famiglia, impegno per produrre uno specialty coffee: ecco cosa sono questi chicchi di caffè rarissimi e pregiati.
Ci vuole cuore, famiglia, impegno per produrre uno specialty coffee: ecco cosa sono questi chicchi di caffè rarissimi e pregiati.
Ma che cos’ha di tanto speciale? Il caffè industriale è una consuetudine per moltissimi tra noi, però lontano dalle grandi fabbriche ci sono contadini che coltivano e producono con amore chicchi di caffè destinati a un pubblico più piccolo ma decisamente molto più esigente.
Come spiega Coffee Samurai, si tratta di un tipo di caffè a produzione davvero limitata: gli specialty coffee rappresentano solo il 5% della produzione di caffè in tutto il mondo.
La rarità è legata al fatto che la produzione è piccola e non di massa: tutto avviene con metodi artigianali, scelti con cura e grandissimo impegno in piccoli lotti di terreno. Per questo i chicchi di questo caffè sono venduti solo in negozi molto specializzati, per esempio piccole torrefazioni che ne effettuano anche la tostatura.
La nascita di uno specialty coffe è preciso appannaggio del contadino, che sceglie dove piantare le sue varietà preferite di caffè. E lo fa con grande attenzione e dedizione, in modo che le condizioni del sole, dell’altitudine e del terroir siano ottimali. Dopodiché opta per determinati fertilizzanti (che naturalmente non devono contenere sostanze nocive per i consumatori) e raccoglie, lavora tosta e confeziona i chicchi di caffè in modo da realizzare un prodotto assolutamente unico nel suo genere.
Le caratteristiche dello specialty coffee sono codificate in modo che ognuno di essi possa ottenere una certificazione che ne attesti la qualità. Le condizioni perché questo avvenga sono:
Esistono tre qualità per questo tipo di caffè, come anche per le tipologie industriali, ossia:
La produzione dello specialty coffee è sempre un’attività a conduzione familiare: i lotti più grandi possono produrre fino a 500 chilogrammi di chicchi, mentre quelli piccoli partono da circa 20 chili. La raccolta avviene a mano, affinché i chicchi abbiano tutti un adeguato livello di maturazione, che altrimenti potrebbero influenzare negativamente il gusto dell’intera miscela. I chicchi sono poi essiccati attraverso i procedimenti succitati e ordinati per dimensione e peso, mentre quelli difettosi sono scartati.
C’è poi il confezionamento in sacchi speciali di iuta e poi la tostatura che avviene sempre all’interno di un’impresa a carattere familiare, che lavora con metodi tradizionali – che tra l’altro spesso si occupa anche della vendita, in modo da preservare freschezza e aroma, il cui picco è il 45esimo giorno dalla tostatura. Tuttavia la tostatura non è comunque l’ultimo passaggio, perché contestualmente devono avvenire dei piccoli assaggi che permettono di fissare una sorta di “profilo di tostatura” con cui procedere per l’intero lotto.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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