Cosa c’è negli ingredienti che utilizziamo nelle nostre ricette? Da dove vengono e come sono arrivati nelle nostre case? Cos’ha comportato produrli? Queste domande sono alla base del concetto di cucina sostenibile, che si sta diffondendo sempre di più.

Non si tratta solo e semplicemente di consumare e utilizzare cibi a chilometro zero, ma è un insieme di buone pratiche che nascono in funzione ecologica e di tutela del pianeta e dei suoi ecosistemi.

Cosa si intende per cucina sostenibile?

Cucina sostenibile
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Si tratta, come spiega AzoCleanTech, di un sistema ecosostenibile di supporto all’alimentazione e alla vita quotidiana: in questo sistema si ricorre solo ed esclusivamente a cibi prodotti, raccolti, trasformati, confezionati e distribuiti in modo da generare un minimo impatto ambientale.

Potremmo dire che più che a chilometro zero, si vuole tendere a zero impronta di carbonio. Un esempio perfetto: se voi prendete il vostro bel cestino di vimini e la vostra bag di tela e vi recate in una fattoria poco distante (magari andandoci in bicicletta) e fate il pieno di ortaggi, cereali, legumi e uova che siano stati coltivati biologicamente, state utilizzando ingredienti adatti a una cucina sostenibile.

Perché la sostenibilità in cucina è importante

Ci sono diverse ragioni per cui la cucina sostenibile non andrebbe sottovalutata, ovvero:

  • il rafforzamento dell’economia locale. Va da sé che, se consumiamo prodotti locali e biologici, diamo nuovo impulso alle aziende che si trovano sul nostro territorio e si crea anche un circolo virtuoso per cui altre aziende cercheranno di imitare il segreto del successo relativo al cibo ecosostenibile;
  • consumare cibo più sano. Il cibo prodotto secondo le leggi della natura è molto più ricco di nutrienti e privo di sostanze che ne alterano il gusto e le proprietà;
  • impedire il depauperamento delle risorse naturali di suolo e acqua. Perché l’agricoltura e gli allevamenti ecosostenibili permettono di non sprecare nulla;
  • la tutela della biodiversità. Una maggiore richiesta di prodotti biologici e sostenibili comporta una maggiore attenzione verso tutto ciò che è naturale e può essere tutelato;
  • il risparmio energetico. Un’agricoltura e un consumo rispettosi portano di conseguenza a ricorrere meno all’energia per la produzione e la trasformazione del cibo.

3 consigli per una cucina sostenibile

Cucina sostenibile
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1. Usate prodotti di cui conoscete la provenienza

Direte: tutti conosciamo la provenienza di un alimento, per legge è indicato sull’etichetta. Questo è vero. Ma quanto sappiamo sui processi di produzione, packaging e distribuzione? Nella grande distribuzione, ovvero i supermercati, sappiamo sempre molto poco. Ma se noi conosciamo esattamente la storia di un alimento, perché coltivato dal contadino o dalla contadina a due passi da casa nostra, non è più semplice ricostruire passo dopo passo la filiera che ha portato a quel prodotto?

2. Privilegiate alcuni alimenti

Ci sono alimenti che, in generale, hanno una bassissima impronta di carbonio. Questi, come riporta Nutritics, sono:

  • i funghi. Si possono produrre con il riciclo di altre colture, richiedono pochissima acqua e pochissima terra;
  • i legumi. Anche per la produzione di lenticchie, fagioli, piselli, ceci e fave si utilizza davvero poca acqua e in più la coltivazione dei legumi, attraverso l’azione di alcuni batteri del terreno, permette l’immagazzinamento dell’azoto che può essere utilizzato dalle altre piante del terreno circostante. Inoltre non richiedono l’utilizzo di fertilizzanti azotati e rappresentano un’ottima fonte di proteine vegetali, fondamentali se avete deciso di diventare vegetariani o vegani;
  • le cozze. L’allevamento delle cozze non richiede sfruttamento del terreno (dato che avviene in acqua), né mangime. In più le cozze non si pescano (soprattutto a strascico) e quindi non si distruggono gli ecosistemi marini. Inoltre assorbono l’anidride carbonica, che a loro serve per far crescere il guscio, sottraendola quindi al mare;
  • le alghe. Non hanno bisogno di cure particolari né di fertilizzanti e filtrano il fosforo e l’azoto in eccesso nell’acqua;
  • i cereali. Sono tra gli alimenti la cui coltura emette meno anidride carbonica e consumano meno acqua rispetto ad alimenti di natura animale;
  • la frutta e la verdura biologiche. Non si avvalgono di pesticidi chimici, tutelando così il terreno.

3. Evitate il packaging inutile

Vi sarà capitato, andando in un supermercato, di vedere frutta e verdura impacchettata in un inutile packaging. Non ci serve altra plastica, soprattutto sapendo quanto inquina i nostri ecosistemi. Per cui, se parliamo di frutta e verdura fresche, è da evitare assolutamente il packaging, o al massimo ricorrere a quello riutilizzabile, per produrre quanti meno rifiuti possibile.

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