Newstalgia: il trend che fa tornare di moda la cucina del passato ma con i glitter

Cosa sapere sulla newstalgia, la nuova tendenza anche in cucina che ci porta a ricercare e preparare cibi del passato: ecco il nuovo fenomeno che ci fa tornare all'infanzia.

Vi è mai venuta voglia di preparare un cocktail di gamberi? Oppure delle pennette panna e vodka? E cosa ne dite dell’aspic? Se subite il fascino di questi piatti, è possibile che siate stati anche voi “contagiati” dalla newstalgia, un nuovo fenomeno in cucina, che mescola recupero della tradizione, emozioni positive e ricette della nonna.

Cos’è la Newstalgia e perché tutti vogliono mangiare come nel 1992

È un po’ una reductio ad absurdum voler mangiare come nel 1992, probabilmente perché non è stato il migliore anno della nostra vita. Tangentopoli, le grandi stragi di mafia, la guerra in Jugoslavia, la strage di Los Angeles dopo il pestaggio di Rodney King: se vi sembra un secolo fa, non lo è ma sono passati comunque diversi decenni. È tanto tempo. E quando il tempo passa, tendiamo a ricordarci solo le cose belle: magari la prima festa da soli senza genitori, gli esami di terza media andati bene, una vacanza all’estero con la famiglia, la nonna che mette in tavola il pane caldo la domenica e tante altre cose buone.

La nostalgia è quell’emozione che ci fa pensare al tempo passato come a un’età dell’oro, forse solo perché eravamo più giovani, più acuti, più curiosi e pronti ad afferrare tutto quello che la vita ci offriva. La newstalgia fa un passo avanti e rivisita quelle cose belle del passato aggiungendoci qualcosa di nuovo (oltre all’esperienza dell’oggi). Non si tratta quindi solo e semplicemente di idealizzare il passato, e neppure di rivisitarlo, quando di creare qualcosa di nuovo partendo da una tradizione, da qualcosa di profondamente personale. Come si legge sul sito dell’Accademia dei Georgofili, c’è però anche dell’altro: il marketing cavalca ampiamente la newstalgia, ce la evoca attraverso forme e sapori, per fare quello che sa fare meglio, ovvero vendere. In altre parole, anche le emozioni positive sono un business (sebbene inoffensivo rispetto ad altre forme in cui si concretizza il consumismo).

Comfort food e design retrò: la nostalgia incontra l’innovazione

Naturalmente non si tratta, come detto, di mangiare solo quello che mangiavamo nel 1992, ma anche prima, negli anni ’70 o ’80, o in generale negli anni ’90. Quindi via libera a forme retrò come quelle del filetto alla Wellington, alle patatine surgelate a forma di faccine (che rappresentano anche un comfort food), alle pizzette con decorazioni e olive farcite. È così che la classica lasagna della domenica diventa inclusiva, abbracciando sfide vegetariane e vegan, aggiungendo sapori insoliti, come la besciamelle fatta con il latte di anacardi.

I dolci della nonna, rivisitati per i social: la magia della Newstalgia

Lo stesso discorso vale ovviamente per i dessert. I cosiddetti dolci della nonna trovano un nuovo modo d’essere attraverso aggiunte inedite: il classico ciambellone che viene ricoperto da una morbida ganache al cioccolato, i frutti di bosco che decorano o farciscono ulteriormente una classica torta di mele, o una crostata a base di marmellata non comune, come quella di anguria o di zucchine. E naturalmente tutto finisce nei reel su TikTok e le foto su Instagram: in fondo la condivisione di emozioni positive rappresenta il lato migliore dei social network.

Packaging vintage, sapori familiari: come funziona il marketing del ricordo

Ammettiamolo: molti e molti di noi sono affezionati alle tazze di Nutella in arcopal bianco e blu, alle gommine nelle merendine del Mulino Bianco, ai barattoli decorati della maionese Kraft, alle scatole di rame che le nonne poi riutilizzavano per metterci spilli, bottoni e rocchetti. Proprio la Mulino Bianco, tempo fa, aveva percorso quest’operazione newstalgia, rilanciando delle confezioni in tiratura limitata del Soldino. Succede che le persone, che continuano a guardare alla propria infanzia con estremo romanticismo, ne siano catturate: così funziona il marketing del ricordo. È un business, come detto: forse un sapore non riporterà in vita la nostra nonnina, ma ce la evocherà, la renderà presente alla nostra quotidianità, così come le parti felici della nostra infanzia.

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