Tepache, la ricetta per preparare la bevanda messicana con ananas e... poco alcol
Il tepache è una bevanda dissetante con poco alcol di origine messicana: ecco cosa c'è da sapere, dalla sua preparazione ai benefici.
Il tepache è una bevanda dissetante con poco alcol di origine messicana: ecco cosa c'è da sapere, dalla sua preparazione ai benefici.
E allora cosa fanno i messicani? Si concentrano su bevande con pochissimo alcol, come la loro birra (artigianale o industriale) che è davvero molto leggera e dissetante, oppure altri drink tradizionali, come il tepache, che ha un tasso di alcol che si attesta al 3%.
Il basso contenuto alcolico consente di consumare questa bevanda per dissetarsi senza ubriacarsi, oppure di contrastare gli attacchi di fame improvvisi tra un pasto e l’altro. Perché fondamentalmente lo potremmo considerare come un succo di frutta realizzato con scorze d’ananas e un bassissimo contenuto alcolico.
La preparazione della bevanda è affascinante, così come la sua storia, dato che affonda le sue radici nelle cosiddette civiltà precolombiane, nella cultura Maya che in parte è riuscita a sopravvivere allo sterminio perpetrato dai conquistadores.
Il tepache è una bevanda che si ottiene dalla fermentazione della buccia dell’ananas, cui viene aggiunto del pilloncillo (un dolcificante simile alla melassa chiamato anche panela) o dello zucchero di canna e cannella in polvere. A volte c’è chi aggiunge anche un po’ di birra.
Il nome, come spiega The Mazlatan Post, viene da “tepiatli” ossia “bevanda a base di mais”: si tratta infatti di un’antica bevanda maya usata durante i riti religiosi che, originariamente era preparata con il mais.
Si serve in tazze di argilla, che in Messico possono essere acquistate dai venditori ambulanti. Nei ristoranti messicani internazionali invece potrebbero servirvela anche in un bicchiere o addirittura in uno di quei boccali che si usano per la birra.
Mexico in My Kitchen spiega il procedimento con cui realizzare il tepache, sempre che abbiate modo di far fermentare le bucce di ananas.
In pratica, si mettono a mollo nell’acqua le scorze dell’ananas e il dolcificante scelto (pilloncillo appunto, o zucchero di canna), per poi lasciar fermentare il tutto per tre giorni a una temperatura media che va dai 25 ai 30°C, ma non bisogna esagerare con la fermentazione, perché dopo tre giorni anche il tepache va in aceto.
Aggiungendo un po’ di birra come fa qualcuno, il processo di fermentazione si velocizza e inoltre la bevanda diventa un po’ più alcolica.
Le varianti del tepache si differenziano dalla ricetta originale perché ci sono delle piccole diversità nella preparazione da regione a regione. Ci sono alcuni che, ad esempio, aggiungono del tamarindo, altri delle bucce di banana.
Con le spezie ci si può sbizzarrire: anticamente infatti i Maya aggiungevano molte spezie al preparato e una di queste che è giunta fino a noi, oltre alla polvere di cannella, è rappresentata dai chiodi di garofano.
Il tepache possiede vitamine (la vitamina B e la vitamina C), ma anche bromelina, che è un enzima che ha un effetto antitumorale: questo però non significa che il tepache sia una sorta di magica medicina, ma è una di quelle bevande o cibi che si possono assumere in via preventiva all’interno di uno stile di vita sano e salubre.
Secondo Mexico in My Kitchen è molto importante il ruolo svolto dalla vitamina C e dagli antiossidanti, tuttavia non è da sottovalutare il fatto che questa bevanda sia decisamente diuretica e aiuti a ripristinare la flora intestinale quando viene consumata prima di colazione, perché contiene probiotici. Inoltre favorisce la digestione, come succede a diverse bevande che si avvalgono del processo di fermentazione.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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