A volte assaggiamo un cibo che non abbiamo mai visto, ma non ne conosciamo il nome. Oppure lo notiamo al mercato e non sappiamo se assaggiarlo. Uno di questi cibi misteriosi e dal nome affascinante è il rambutan.

L’avete mai visto? Siete incuriositi dal suo aspetto e dal suo sapore? Il suo aspetto è quello di una “palletta pelosa”, ma non è “ostile” al tatto come potrebbe essere il riccio di una castagna, bensì abbastanza morbido e piacevole. Il sapore ricorda un po’ quello di alcuni tipi di uva, ma anche e soprattutto quello di altra frutta esotica simile.

Abbiamo raccolto alcune informazioni su questo frutto, anche se a quanto pare molto ancora deve essere scandagliato in proposito.

Cos’è il rambutan?

Rambutan
Fonte: Pixabay

Viene da un albero sempreverde coltivato nel sud-est asiatico. Si tratta di un frutto esotico molto simile al lychee: entrambi hanno una scorza semidura e rossastra, hanno un cuore bianco e un nocciolo al centro, e hanno un gusto dolciastro.

Il rambutan, che è della grandezza di una palla da golf però, a differenza del lychee, presenta una scorza ciliata, mentre i lychee la hanno a “rilievo”, come la pelle di un elefante scrive il sito Thomas Fresh. Il sito accomuna i due frutti anche al longan che invece ha la scorza beige, dato che tutti e tre hanno un sapore molto simile, soprattutto se utilizzati all’interno di un cocktail.

Come si mangia il rambutan?

Per mangiare il rambutan dobbiamo liberarlo dalla sua scorza. Con un coltello affilato, dobbiamo praticare un taglio non troppo profondo, per non affettare involontariamente anche il frutto all’interno, e lasciar scivolare la buccia facendo scorrere le dita. Tagliandolo a metà possiamo anche togliere il nocciolo all’interno o servirlo così com’è (a nostro piacimento, regoliamoci come ci comportiamo con altri frutti a nocciolo, dalle ciliegie alle albicocche).

Se abbiamo ospiti, avvisiamo però che il nocciolo c’è: non tutti conoscono questo frutto esotico. Che può essere servito fresco e crudo, per esempio nelle macedonie o nelle insalate, può essere utilizzato nelle decorazioni di dolci e cocktail, ma può esserne anche estratto il succo e se ne prepara una gustosa marmellata.

Come i lychee, se disponiamo del prodotto fresco, dobbiamo consumarlo in fretta, possibilmente conservandolo non più di un paio di giorni in frigorifero, oppure andrà a male.

Rambutan: proprietà e benefici

Rambutan
Fonte: Pixabay

Secondo il sito di Humanitas, un etto di rambutan consente l’apporto di 68 calorie, in gran parte carboidrati (per lo più zuccheri) e in misura minima proteine e grassi. Il frutto è fonte di vitamina C, fosforo, ferro e in misura minima di calcio.

Come molte cose che esistono in natura però può provocare allergie, sebbene le sue proprietà benefiche siano davvero interessanti. Tra esse si annoverano:

  • capacità di contrastare i parassiti intestinali;
  • capacità di contrastare la diarrea;
  • capacità di contrastare la febbre;
  • essere una fonte di antiossidanti.

Tuttavia solo il fatto che il rambutan contenga antiossidanti è provato scientificamente, le altre proprietà benefiche non presentano riscontro nella letteratura scientifica, ma semplici basi tra i cosiddetti “rimedi della nonna”.

Dal punto di vista nutrizionale – si legge su Humanitas – il suo potere antiossidante è giustificato dalla presenza di quantità significative di vitamina C, un micronutriente alleato del sistema immunitario e dei tessuti connettivi (perché partecipa alla sintesi del collagene). Inoltre apporta ferro (importante per la produzione dei globuli rossi) e fosforo (che insieme alle piccole quantità di calcio presenti nel rambutan potrebbe aiutare a proteggere la salute di ossa e denti). Introdurre rambutan nell’alimentazione aiuta inoltre ad assumere il quantitativo di fibre alimentari raccomandato dagli esperti (per un individuo adulto in buone condizioni di salute tra i 25 e i 30 grammi al giorno).

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