Come vivono i fruttariani? Le testimonianze di 3 mangiatori di frutta e ortaggi

I fruttariani seguono un regime alimentare basato prevalentemente, o in alcuni casi esclusivamente, sui frutti, per scelte di natura etica o religiosa. Il totale rispetto portato verso ogni essere vivente, vegetali inclusi, li porta a evitare anche l'uso della carta, del legno, del lino, del cotone, e a prediligere cibo da agricoltura biologica e a km 0.

I fruttariani seguono un regime alimentare basato prevalentemente, o in alcuni casi esclusivamente, sulla frutta. Le ragioni alla base di questa scelta, per alcuni punti di vista estrema e da molti criticata, possono essere di natura etica, ma anche religiosa.

L’approccio fruttariano non si limita all’alimentazione: se applicato rigidamente dovrebbe escludere totalmente, ad esempio, l’uso della carta, del legno, del lino, del cotone. Inoltre bisognerebbe scegliere esclusivamente frutti di stagione, non lavorati o trattati, da agricoltura biologica e a chilometro zero.

Il dibattito tra chi considera la specie umana onnivora, vegetariana o vegana, sembra nulla di fronte a chi si impone l’esclusivo consumo di frutta. Se volete saperne di più, leggete 5 cose che probabilmente non sapete sui fruttariani.

Cosa mangiano i fruttariani?

fruttariani
Fonte: web

Non frutta, ma frutti. La differenza tra i due termini sembra sottile, ma per chi basa su questo la sua intera alimentazione non è proprio così.

Nella categoria frutti rientrano anche alcuni alimenti considerati comunemente verdura, come pomodori, zucca, zucchine. Una corrente di pensiero interna ai fruttariani considera frutta anche i bacelli, ossia alcuni legumi, come piselli, fagioli, o addirittura le spighe, quindi grano e mais.

C’è chi ritiene lecito il consumo della frutta secca, ossia dei semi dei frutti, come nocciole, pinoli, arachidi e castagne. I semi di zucca, ad esempio, hanno un altissimo contenuto di proteine.
Chi consuma la frutta secca solitamente accetta anche il consumo di alimenti derivati dalla lavorazione dei semi, come ad esempio il latte di mandorla.

Le motivazioni della scelta fruttariana

I fruttariani, con la loro scelta alimentare, evitano qualsiasi sfruttamento o danneggiamento delle piante, incluso strapparne le foglie.

Una motivazione religiosa viene ritrovata nella Bibbia, nel libro della Genesi, che secondo alcune interpretazioni sembra far risalire la dieta fruttariana ad Adamo ed Eva. Anche in altre religioni, tra cui l’induismo e il buddismo, il desiderio di non ferire nessun essere vivente, vegetali inclusi, può richiamare al fruttarianesimo.
Ben più evidenti sono le scelte ecologiste, dato che la coltivazione delle piante da frutto ha solo conseguenze positive sull’ambiente e sul riscaldamento globale.

A supporto della loro scelta, i fruttariani adducono anche motivazioni scientifiche, tra cui alcune caratteristiche proprie dell’anatomia dell’uomo, come la dentatura e l’apparato digerente, e alcune deduzioni ancora da verificare portate da scienziati che studiano l’alimentazione dei primi ominidi.

Chi sono i fruttariani più famosi

Sulla scelta fruttariana di Steve Jobs si è detto molto, soprattutto quando la sua dieta è stata messa in relazione al tumore al pancreas che lo ha ucciso e che, secondo alcuni studi, avrebbe al contrario tra le concause un consumo eccessivo di proteine animali.

Ancor più famoso è sicuramente il Mahatma Gandhi che fu fruttariano per un periodo, anche se breve, della sua vita. Pare che dovette abbandonare questo regime alimentare per problemi di salute.

Sicuramente Arnold Ehret è invece il personaggio più famoso per chi segue questo tipo di alimentazione, perché a lui si deve l’ideazione della dieta fruttariana.

Le ricette fruttariane

Secondo la cucina bioevolutiva, che propone ricette etiche e salutiste rispettose dell’ambiente e dell’uomo, il fruttarianesimo è la meta da raggiungere tramite un percorso di modificazione delle proprie abitudini alimentari che parte dall’essere vegetariani, poi vegani per giungere infine all’alimentazione fruttariana e possibilmente crudista igienista.

La cucina bioevolutiva fornisce anche consigli per ricette di transizione, che permettano il passaggio da un regime alimentare all’altro con più facilità.

Tuttavia i fruttariani non sono necessariamente crudisti. Anche nella tradizione culinaria italiana si possono ritrovare gustosissime ricette fruttariane, basti pensare a una caponata leggermente rivisitata o alle vellutate, purché non contengano foglie o tuberi o radici.

Sempre più diffusi sono gli spaghetti di verdura, come gli spaghetti di zucchine, che possono essere conditi con una salsa di pomodoro. Il cioccolato poi è il grande protagonista dei dolci fruttariani.

Le testimonianze di 3 fruttariani

Sono molte le testimonianze di chi, oltre a credere fermamente nella propria scelta alimentare, cerca di diffonderla con orgoglio.

Come Andrea Abazari, che con il progetto FruiEvolution condivide in rete consigli e ricette e progetta addirittura il primo Ecovillaggio fruttariano. In una recente intervista pubblicata su italiachecambia.org, ha dichiarato:

Oggi mi trovo in uno stato di salute robusto e sono pieno di energia. A colazione mangio solo una mela, a pranzo “frutta dolce” e a cena un’insalata che unisce “frutta ortaggio” e “frutta grassa”. Le proteine che mi servono le prendo dalla frutta (sono qualità più alta rispetto alle proteine animali) e bevo meno acqua di prima, perché la maggior parte del mio fabbisogno giornaliero viene dai frutti stessi. In generale, cerco di privilegiare la frutta di stagione, biologica e a km zero, ma se non mi è possibile, opto per le mele: anche se non sono bio e a km zero, sono il frutto che la natura ha creato ad hoc per l’uomo, come ci conferma qualsiasi testo di anatomia comparata, e ritengo che sia sempre la scelta migliore. Posso dire di essere ormai fruttariano al 95% e se proprio mangio fuori casa o mi trovo all’estero, prediligo la dieta vegana.

Luca Speranza di Fruttalia, invece, si definisce un ricercatore fruttista, ed è stato spinto a questa scelta più da motivazioni etiche. A chi decide di approcciarsi a questo regime alimentare, consiglia di farlo con gradualità, per far abituare il corpo, ma soprattutto la mente, alla nuova alimentazione. Descrive così il suo approccio:

Intorno ai 20 anni incominciai a pormi domande sul vero cibo naturale per l’uomo e sulla piacevole relazione con la semplicità del mangiare frutta. Poi circa 10 anni fa lessi alcuni libri fondamentali nel mio percorso evolutivo che mi spronarono definitivamente a fare un bel passo avanti.

Secondo Luciano Ganazza, che gestiste il sito ufficiale degli insegnamenti di Arnold Ehret, padre del fruttarianesimo, la scelta fruttariana è stato il naturale completamento di un percorso di vita fatto anche di difficoltà e di alienazione sociale, da cui è scaturita la ricerca prima su se stessi e poi la consapevolezza che i veri obiettivi da raggiungere sono quelli spirituali. E proprio Arnold Ehret diceva:

Paradossale ma vero, l’uomo civilizzato muore letteralmente di fame mangiando dieci volte in eccesso cibi inadatti e distruttivi.

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