La cupeta salentina è il dolce per le feste nel senso più ampio del termine. Viene consumata infatti a Natale, Capodanno ed Epifania, ma anche durante ogni singola festa patronale in provincia di Lecce durante tutto l’arco dell’anno: è impossibile infatti che manchi per le strade della festa un camioncino che mostri dal vivo la produzione della cupeta.
Il termine viene usato in dialetto anche come metafora di dolcezza: la cupeta salentina, tra mandorle e caramello, è il dolce più dolce che ci sia in provincia di Lecce e quindi quando due innamorat* si dicono l’un l’altr* che hanno il gusto di cupeta, vuol dire che la dolcezza è di casa in quel rapporto. Ma non la tenerezza: se c’è un dessert davvero duro, infatti, è proprio la cupeta salentina.
Tuttavia esistono in diverse zone d’Italia altre cupete o copete – curiosamente il termine è simile, questo significa che probabilmente viene dal latino cupio, desiderare. Questi dessert hanno in comune la frutta secca, quindi mandorle, noci o nocciole, una sostanza dolce che faccia da collante, quindi miele o caramello, ma il risultato e la consistenza sono diversi.
La cupeta salentina si consuma di solito a fine pasto, come accompagnamento al caffè, oppure a un ammazzacaffè, dal limoncello al mandarinetto, fino al finocchiello selvatico.
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