I broccoli affogati sono un piatto comune nella tradizione culinaria del Mezzogiorno d’Italia, dalla Sicilia alla Puglia, regioni che utilizzano questo procedimento anche per la preparazione di altri ortaggi a foglia, come le biete o più spesso le rape. E nella preparazione, molto semplice e quindi adatta a chi è alle prime armi in cucina, non deve mai mancare del peperoncino piccante, fresco, secco o sottaceto. Se avanzano, si possono conservare in frigorifero e devono essere consumati entro 2-3 giorni.
Il nome dei broccoli affogati (‘nfucati o fucati, secondo i dialetti) viene dal fatto che i broccoli appunto “affogano” all’interno della loro stessa acqua e vengono “soffocati” dall’aria che manca mano a mano che, attraverso la cottura, il coperchio che è stato posto sopra di loro, si abbassa inesorabilmente (ma non vi preoccupate, non si fanno male, anzi vengono molto bene).
Si tratta di un piatto vegan, e questo lo rende adatto a molti palati, con l’eccezione di coloro che presentano allergie o intolleranze ai singoli ingredienti. Nella tradizione contadina, da cui i broccoli affogati discendono, questo rappresenta un primo piatto adatto al pranzo o alla cena: come spesso accade, esistono molti piatti vegan all’origine nella tradizione meridionale. A volte però può essere anche un contorno, soprattutto accanto a secondi piatti a base di carne lessa, come il maiale.
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