I Brutti ma Buoni sono biscotti dall’aspetto grezzo, ma comunque invitanti (sono pur sempre biscotti artigianali), che possiedono un sapore unico poiché la base non è in una farina di grano, bensì nella frutta secca, nocciole ma anche mandorle in base alle varianti regionali.
Cosa sono i Brutti ma Buoni e dove nascono
I Brutti ma Buoni sono biscotti in un certo senso contesi territorialmente. In altre parole ci sono due aree di Italia che se ne intestano la genesi: da un lato c’è Gavirate in provincia di Varese, dove si sostiene che i biscotti siano nati nel 1878 dalla fantasia del pasticciere Costantino Veniani, dall’altro lato c’è Borgomanero in provincia di Novara, dove sarebbero considerati antecedenti all’Unità d’Italia. Questa seconda teoria è supportata da un fatto: i biscotti sono diventati successivamente anche una tipicità toscana, si ritiene dacché Firenze diventò capitale del Regno d’Italia (ovvero dal 1865 al 1871), con il conseguente spostamento di molti pasticcieri sabaudi.
Ingredienti per preparare i Brutti ma Buoni
Gli ingredienti principali contenuti nei Brutti ma Buoni sono:
- le nocciole, che vengono tritate tanto finemente da diventare farina;
- gli albumi, che vengono montati a neve;
- lo zucchero di due tipi, quello a velo che si mescola alla frutta secca, e quello semolato che viene aggiunto agli albumi montati a neve.
Come fare i Brutti ma Buoni: ricetta passo dopo passo
Come per moltissimi dolci, anche con i Brutti ma Buoni si procede per fasi. Nella prima si mescolano le polveri, e quindi si mescola lo zucchero a velo con le nocciole tritate in un mixer tanto da diventare una sorta di farina. Nella seconda di mescolano gli albumi a neve con lo zucchero semolato. I due composti vengono mescolati in una terza fase, in cui si aggiungono eventuali aromi come la vaniglia e un pizzico di sale che serve a far gonfiare lievemente i biscotti in cottura. L’impasto viene disposto su una leccarda da forno rivestita di carta oleata o alluminio per alimenti, con l’aiuto di un cucchiaio. Quindi c’è la cottura in forno elettrico.
Trucchi e consigli per Brutti ma Buoni perfetti
Non ci sono particolari trucchi per realizzare dei Brutti ma Buoni in maniera corretta, ma semplicemente le piccole accortezze che riguardano impasti di questo tipo. Per esempio che quando si mescolano gli albumi montati a neve con altri ingredienti, il cucchiaio o la spatola devono eseguire un movimento da sotto in su. Oppure che l’impasto suddiviso sulla leccarda deve essere ben distanziato: impasti di questo tipo sono molto fluidi e nella cottura in forno si espandono in larghezza.
Varianti dei Brutti ma Buoni: al cacao o alle nocciole?
I Brutti ma Buoni presentano dei vantaggi: si prestano a diverse varianti. Tra le più comuni quella che prevede l’aggiunta di cacao amaro nell’impasto, oppure di granella di nocciole. Tuttavia in base alle regioni in cui i biscotti vengono preparati si possono utilizzare ingredienti differenti. Per esempio in Toscana, al posto delle nocciole si utilizzano le mandorle, tra le quali si trova anche qualche mandorla amara (e in questo risultano simili alle paste secche pugliesi, ma i biscotti toscani vengono cotti prima in pentola e poi in forno appoggiati su un’ostia, oltre al fatto che sono aromatizzati al limone). Tuttavia c’è anche chi usa contestualmente sia mandorle che nocciole tritate egualmente suddivise.
Conservazione: come mantenere freschi i Brutti ma Buoni
Essendo composti di frutta secca e non di farina di grano, questi biscotti non sono soggetti a cambiamenti continui di consistenza nelle ore e nei giorni che seguono la preparazione. Certo, è meglio consumarli entro 4-5 giorni dalla cottura (ma forse neppure ci arrivano), e intanto vanno conservati in un contenitore ermetico dopo che si sono raffreddati.
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