Le nacatole calabresi sono un dessert tipico delle feste natalizie. Il loro nome viene da “naca”, che significa culla: la forma più tipica (che vi descriviamo tra i consigli) è infatti quella di una culla, nello specifico si allude alla culla di Gesù Bambino. Tuttavia vi consigliamo anche di provare a realizzare questa forma quando avrete preso confidenza con questo tipo di impasto: per le prime volte, date all’impasto una forma di ciambella, in questo modo riuscirete a capire come lavorarlo al meglio.
L’impasto delle nacatole calabresi è un po’ particolare, e assomiglia un po’ a quello delle frappe, con la differenza che si usano più uova e viene aromatizzato in modo diverso. Per questo il loro gusto è simile, ma l’aspetto (ma anche l’odore) è fortemente differente.
Le nacatole calabresi possono essere accompagnate, se troppo giovani per bere alcol o astemi, da una buona tazza di tè o di latte caldo. Se invece siete adulti e non astemi, l’abbinamento è molto versatile: si può puntare sia sul vino dolce sia su un liquore fatto in casa dal gusto tipicamente invernale come il mandarinetto o il finocchietto selvatico, oppure anche con un liquore che presenti un forte aroma di anice, dall’Anisetta allo Chartreuse, passando per il Pernod e l’assenzio.
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