L’aragosta alla catalana, a dispetto del nome, non è un piatto tipico spagnolo, bensì è un piatto tipico italiano, sardo nello specifico. La zona di Alghero infatti ha accolto nel tempo delle influenze catalane, tanto che si parla su questo territorio un dialetto conservativo molto simile al catalano. La storia delle influenze tra culture e popoli si concretizza ancora una volta in tradizioni che coinvolgono la vita quotidiana a 360 gradi, e il fenomeno passa anche soprattutto per la cucina.
Ad Alghero non si prepara solo l’aragosta alla catalana, ma anche l’astice alla catalana, che è un crostaceo molto simile ma decisamente più economico e anche di taglia solitamente è più piccola. Esiste una versione per cui il crostaceo in questione viene solo bollito e condito con l’emulsione, quindi senza cipolle e senza pomodorini. Naturalmente questo tipo di pietanza non è molto inclusiva, poiché alcune persone sono allergiche ai crostacei e il piatto comporta crudeltà sugli animali: c’è chi sostiene che l’aragosta, quando bolle in pentola, gridi, ma in realtà quelli che si avvertono sono rumori legati alla cottura. Ciononostante è comprensibilissimo che alcune persone – non necessariamente vegane – non vogliono mangiare l’aragosta, qualora questa venga cotta viva.
Al di là di tutto, l’aragosta, necessaria per la preparazione dell’aragosta alla catalana, è un cibo di origine marina che fa molto bene alla salute perché riduce il rischio di obesità, diabete e malattie cardiache. Tra le sostanze nutritive di cui è ricca si annoverano gli omega 3, fosforo, calcio, ferro, magnesio e zinco.
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