La cialledda è un piatto povero della tradizione contadina di Puglia e Basilicata. Tradizionalmente veniva consumata a colazione – in particolare se parliamo della variante calda, in autunno – oppure per la tipica cena estiva, come accade a molte ricette di questo genere, dalle friselle condite all’insalata grika.
Fondamentalmente la cialledda consiste in un’insalata speciale, in cui accanto agli ortaggi di rito (pomodori, cipolla e cetrioli), troviamo il pane raffermo e alcuni tra gli insaporitori più tipici del Sud Italia, come l’origano e l’olio di oliva. Tra l’altro si tratta di un piatto molto inclusivo, se si esclude chi è allergico o intollerante al singolo ingrediente, perché la pietanza è vegan.
Nella sua versione fredda, la cialledda ricorda diversi piatti della tradizione regionale italiana, come la panzanella per esempio, oppure la pappa al pomodoro. Si tratta di piatti di recupero e un tempo i contadini mettevano al lavoro il proprio ingegno per ottenere ricette gustose con avanzi o ortaggi utilizzati solo parzialmente: in questo modo non sacrificavano né sapore né nutrizione. In più dovremmo far tesoro di questi insegnamenti, perché gli sprechi alimentari sono tra i grandi nemici del pianeta Terra.
Potete accostare la cialledda a un buon bicchiere di birra artigianale (ci sono tanti marchi sorti anche in Puglia e Basilicata tutti da provare), oppure a un bicchiere di vino locale, come un rosso Negramaro o un bianco Malvasia.
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