La frittura di paranza, oggi piatto richiestissimo in tutte le località balneari e nei ristoranti di pesce, è nato come piatto povero. Anzi, come piatto di vero recupero. Venivano infatti fritti tutti i pesciolini troppo piccoli, o troppo poco pregiati per essere venduti che, mischiati tutti insieme, componevano un piatto eterogeneo quanto sostanzioso.
Non esiste infatti l’elenco perfetto di pesci da friggere nella paranza: si frigge quello che si trova di fresco al mercato, purché sia piccolino. Solitamente si utilizzano piccole sogliole, piccole triglie, piccoli merluzzi o alici. Raramente vengono utilizzati i calamari o i polipetti, che caratterizzano invece il fritto misto classico.
Questo secondo piatto prende il nome dalla paranza, la tipica barca utilizzata per la pesca a strascico, sulla quale rimanevano a bordo tutti i pesciolini invenduti. Capitava che fossero proprio i pescatori a radunarli e friggerli tutti insieme per prepararsi il pasto dopo la lunga giornata in mare.
Sembra incredibile a dirsi, ma non tutti amano la frittura di paranza. Chi non sopporta le piccole spine, impossibili da togliere a questi pesciolini, trova questa frittura insopportabile. Anche per i bambini, per lo stesso motivo, è un piatto sconsigliato. Nel caso abbiate ospiti che non gradiscono la paranza, potete abbinare alla frittura le nostre polpette di pesce:
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