La mazza frissa è una ricetta tipica della Sardegna, nello specifico della zona della Gallura. Consiste nell’addensamento sul fuoco di un po’ di semola con panna di pecora (o anche panna fresca vaccina se non se ne dispone, anche se, come vedremo non è proprio ortodosso): il tutto viene farcito con del miele anch’esso tipico della zona. Una vera e propria ode d’amore culinario per la propria terra, in una zona in cui l’identità culturale si avverte anche e soprattutto a tavola.
Come spesso accade per molti piatti tradizionali, anche la mazza frissa è un piatto povero proveniente dalla tradizione contadina. Anticamente, i braccianti la facevano raffreddare per consumarla il giorno dopo a fette, ma oggi uno degli utilizzi più comuni è come condimento per gli gnocchi. Tuttavia, quando le fave sono di stagione, la mazza frissa viene accostata a un piatto similmente morbido e soffice, come la purea di fave, che viene realizzata in un modo simile.
È molto difficile seguire l’ortodossia della ricetta della mazza frissa a casa propria se si è in un’altra regione rispetto alla Sardegna e soprattutto se non si è mai stati in Sardegna per comprenderne la filosofia culinaria. È chiaro che ogni tradizione gastronomica merita rispetto (anche perché è frutto di influenze e contatti), ma quando si parla di ingredienti tanto peculiari l’ortodossia non è mai troppa.
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