Il cappone ripieno di Natale rappresenta una ricetta molto interessante dal punto di vista sociologico. Qui ne diamo infatti una versione con le sue varianti, tuttavia siamo certi che da zona a zona in Italia esistono ricette molto differenti tra loro, e che perfino ciascuna famiglia abbia una sua ricetta personalissima che si tramanda attraverso le generazioni.
Il cappone è essenzialmente un pollo castrato. In questa pietanza si presenta già pulito (perché ve lo farete pulire in macelleria) delle interiora e delle frattaglie, che vengono utilizzate successivamente per comporre il ripieno. Sì, perché il cappone ripieno di Natale è fondamentalmente ripieno di altro cappone, oltre a diversi ingredienti di natura animale o vegetale, che però possono essere reperiti tra gli avanzi presenti in frigorifero, dato che anche questa, come accade a moltissime ricette della tradizione, è una pietanza di recupero.
Ma non è un piatto “arrangiato” alla bell’e meglio: è il modo in cui i nostri nonni e bisnonni portavano sulla tavola un piatto raffinato, evitando sprechi alimentari, che rappresenta uno dei mali (dal punto di vista ecologico) del nostro tempo.
Per questo, quando parliamo di cappone ripieno di Natale, non possiamo mai parlare di una pietanza monolitica: tutto dipende dalla propria storia personale, dalle proprie inclinazioni alimentari e anche dei propri avanzi. C’è chi nel ripieno aggiunge ingredienti raffinati come castagne e prugne, c’è chi invece aggiunge dei cubetti di salumi e formaggi a pasta filante che sono avanzati da altre pietanze.
Non ha importanza cosa decidete di fare, l’importante è che i sapori leghino tra loro e l’insieme vi risulti gradevole.
Cosa ne pensi?