Castagnaccio è il nome di una ricetta comune a diverse zone collinari o di montagna in più di una regione italiana.
Dalla Toscana al Veneto, dal Piemonte all’Emilia Romagna, dall’Umbria al Lazio, passando per Liguria, Campania e Lombardia: questo dessert si prepara con la farina di castagne, che è uno dei metodi tradizionali e più antichi per consumare le castagne in periodi diversi da quello autunnale, ovvero quando sono disponibili le castagne freschi.
La preparazione del castagnaccio è altrettanto tipica, perché consta di un impasto in cui confluiscono i diversi ingredienti: come detto farina di castagne, uova, zucchero, burro, latte, lievito e aromi. Completano la ricetta alcuni ingredienti che variano da luogo a luogo o da palato palato, come lo zucchero a velo, i pinoli oppure l’uvetta sultanina.
L’origine del castagnaccio è la stessa di tanti cosiddetti piatti poveri o contadini della nostra tradizione culinaria italiana. Nelle zone di montagna infatti, già nel periodo autunnale, non è detto che ci fosse nei secoli precedenti sempre disponibilità di alcuni ingredienti freschi o trasformati, per cui si ricorreva a quello che oggi chiamiamo km zero, e che – le popolazioni antiche non potevano saperlo all’epoca – consiste peraltro in uno degli stili di vita tra i più eco sostenibili.
Il castagnaccio si può accompagnare con diverse bevande in base al momento della giornata, ma se state consumando il castagnaccio a fine pasto siete adulti, è consigliato un buon liquore fatto in casa, come il finocchietto selvatico oppure il mandarinetto.
Cosa ne pensi?