La pasta alla carlofortina è uno degli esempi più noti della cucina tabarchina. La cucina tabarchina ha una storia antica: nel XVI secolo alcuni pescatori liguri si trasferirono in Tunisia e poi successivamente nel XVIII secolo si spostarono su un’isola sarda, dando vita appunto al comune di Carloforte, da cui prende il nome la ricetta, una terra amena in cui l’enogastronomia che caratterizzò le sue tradizioni si fondava su un substrato sardo e su superstrati liguri e tunisini.
In effetti a ben guardare la pasta alla carlofortina presenta degli ingredienti caratteristici della cucina tabarchina: il tonno, il pestu (come viene chiamato qui la versione del pesto alla genovese) e particolari tagli di pasta, come per esempio le trofie che abbiamo scelto appunto per questa ricetta, proprio perché tradizionali di Carloforte.
La realizzazione della pasta alla carlofortina non presenta particolari difficoltà, e anzi si fonda tutto sulla realizzazione del condimento. Dopo aver predisposto il pesto (oppure decidere di utilizzare quello già pronto, ma per molti potrebbe apparire un’eresia), si passa alla cottura di tonno fresco e pomodorini in una padella in cui si è lasciato rosolare dell’aglio per aromatizzare.
Purtroppo la pasta la carlofortina non è una ricetta inclusiva: non la possono mangiare vegetariani e vegani a causa della presenza del tonno, non la possono mangiare i celiaci perché la pasta contiene glutine, non la possono mangiare tutti coloro che sono allergici o intolleranti al singolo ingrediente.
Cosa ne pensi?