La pinza triestina, come si evince dal nome, è un piatto tipico della zona di Trieste, comune anche alla zona di Gorizia e dell’Istria. Si tratta di un particolare pane pasquale che per la tradizione cattolica simboleggia la spugna che fu data a Gesù Cristo durante la crocifissione: per questo viene incisa una Y sulla superficie, perché è appunto l’iniziale di Gesù in aramaico. Solitamente la pinza viene fatta benedire il Venerdì Santo e consumata per il pranzo di Pasqua a inizio pasto.
La particolarità della pinza triestina è nella lievitazione: come molte pietanze simili, si prepara una sorta di “lievitino”, ovvero un impasto lievitato di base con la farina. Gli altri ingredienti che non sono già stati inseriti nel “lievitino” vengono aggiunti in itinere, e l’impasto viene sottoposto a lievitazione per altre due volte.
Oltre a non essere adatta a coloro che sono allergici o intolleranti al singolo ingrediente, la pinza triestina non può essere consumata da coloro che sono celiaci (la farina manitoba contiene infatti glutine) né da chi ha una forte intolleranza al lattosio. Inoltre, in base agli ingredienti che si utilizzano, va bene per i vegetariani ma non per i vegani. Non va bene neppure per chi, per motivi di salute contingente o cronica, non può nutrirsi di cibi a base di lievito.
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