Il picchiapò è un piatto tradizionale della cucina romana. Come accade a molte ricette regionali del Belpaese, anche questo è nato come pietanza povera e di recupero. Infatti, in antichità ma anche oggi, si prevede l’utilizzo degli avanzi del lesso di manzo, che vengono sfilacciati e ricotti in pignatta con cipolla e polpa di pomodoro, oltre che aromatizzati con l’alloro.
La cottura deve avvenire a fuoco bassissimo: la carne era stata già cotta, non possiamo ridurla a una vera e propria suola da scarpe, anzi dobbiamo sfruttare il fatto che la polpa di pomodoro e il brodo la lascino abbastanza tenera.
Per preparare il picchiapò non vi occorrono grandi attrezzi da cucina, però è preferibile utilizzare una pignatta, come accade per molte preparazioni in umido. La pignatta presenta infatti il doppio vantaggio di preservare a lungo il calore e diffonderlo uniformemente durante la cottura, e di avere un aspetto suggestivo quando viene portata in tavola per servire la nostra ricetta.
Non si conosce il perché questo piatto prenda il nome di picchiapò. Secondo alcuni il nome proviene dal protagonista di una storia narrata dal poeta dialettale Trilussa, mentre secondo altri si riferisce all’usanza di battere la carne con il batticarne, oppure, in senso lato, “picchiarla” contro un piano d’appoggio.
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