La pizza cresciuta è una tradizione della mattina di Pasqua a Roma e in alcune zone del Lazio o, più in generale, del centro Italia. Infatti questa ricetta viene presentata con alcune piccole varianti, che richiedono un bicchierino di liquore (Alchermes o sambuca) nell’impasto, oppure canditi. Ma la ricetta laziale è invece quella che leggete qui e dovete ricordare che non è una torta, ma una preparazione salata, che può essere consumata con formaggi, salumi e uova. Ma c’è anche chi la mangia accompagnata con alimenti dolci.
Il nome di pizza cresciuta (o anche pizza ricresciuta) è legato al fatto che l’impasto di questa ricetta viene fatto lievitare più volte: una prima volta con un quantitativo minimo di farina, metà 00 e metà manitoba, per 3 giorni, poi con tutti gli ingredienti insieme per un altro giorno, e infine in un posto caldo (come un forno a bassissima temperatura) per poche ore. Il risultato è quello di un piatto assolutamente morbido perché lievitato a lungo.
La difficoltà principale della pizza cresciuta è rappresentata proprio dalla tempistica lunga: dovete calibrare bene il giorno in cui iniziare a prepararla, soprattutto se ci contate in vista della Pasqua. Ma per il resto l’impasto è piuttosto semplice, anche se richiede una certa forza nelle braccia per l’amalgama.
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