Il polpo arrosto è un piatto dalla preparazione lenta, anche se con poche fasi di realizzazione. In realtà, chiamarlo polpo arrosto è un po’ fuorviante, dato che il polpo viene dapprima bollito e poi scottato su una piastra, meglio se in ghisa.
La lunghezza della preparazione è dovuta al fatto che il polpo, volendo, cuoce in maniera molto veloce se bollito (ma è la stessa cosa se state cucinandolo in umido) a fuoco alto. Poi si indurisce e solo una cottura lenta e lunga (a fuoco basso, ovviamente) assicura che l’ingrediente principale resti morbido e gradevole quando lo addentate.
È necessario che il polpo sia marinato dopo la bollitura, perché questo tipo di cottura solitamente non esalta i sapori della cucina di mare. Avete mai provato, ad esempio, a bollire cozze e vongole prima di utilizzarle in una zuppa perché magari temete per una questione di sicurezza alimentare? Sicuramente in questo modo cozze e vongole sono sicure al 100% (se utilizzate solo quelle che si sono aperte), ma perdono in gusto e lo stesso avviene con il polpo bollito.
Di solito, a fine cottura il polpo arrosto si condisce con gli ingredienti che si erano usati per marinarlo, ma potete provare anche qualcosa di differente, per esempio un letto di purea di fave.
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