Il timballo teramano, detto anche timballo abruzzese, rappresenta una forma tradizionale di pasta ripiena, per così dire, dato che spesso viene accostato alla lasagna o al macrosistema della pasta al forno italiana con le sue infinite declinazioni. Ma c’è probabilmente qualcosa di più simbolico: l’etimologia suggerirebbe che timballo fosse uno strumento musicale simile al tamburo. In altre parole una forma tridimensionale ricoperta da una membrana, dall’interno del quale si sprigionano le note musicali, come se la membrana fosse la superficie della nostra pietanza e le note musicali fossero l’impressione nelle nostre papille gustative.
Cos’è il timballo teramano e in cosa si differenzia dalla classica lasagna?
Il timballo teramano è una ricetta al forno tradizionale della zona di Teramo, in Abruzzo. I timballi sono solitamente composti da pasta e ripieno, ma questo no, ed è ciò che lo differenzia, per esempio, dalla lasagna: al posto della pasta, ci sono infatti delle crespelle cotte in padella, chiamate in dialetto locale “scrippelle”, che sono appannaggio della tradizione abruzzese. In un certo senso si tratta comunque di una pasta all’uovo, ma con diverse proporzioni: per fare la pasta all’uovo usiamo 1 uovo ogni 100 grammi di farina, mentre per le scrippelle si utilizzano 3 uova ogni 100 grammi di farina, più un altro ingrediente.
Gli ingredienti fondamentali per un timballo teramano autentico
Più che di ingredienti fondanti per il timballo teramano, parliamo di parti che compongono la pietanza, ovvero:
- le crespelle o, come detto, scrippelle, a base di farina, uova e latte, per avere un impasto fluido che si addensa in padella;
- il ragù di carne macinata e passata di pomodoro con in più un soffritto di sola cipolla;
- delle polpettine piccole come una biglia, che vanno a costituire il ripieno anche quelle;
- la mozzarella a fette che va a riempire gli strati insieme al resto del ripieno.
Come preparare le crêpes per il timballo: il segreto della sfoglia perfetta
Le scrippelle per il timballo teramano sono piuttosto semplici: se siete avvezzi alla preparazione delle crêpes, sarà davvero uno scherzo realizzarle. Ci sono solo due accortezze in effetti cui prestare attenzione: usare una frusta per impastare in modo che non si formino grumi, e poi, quando versate con il mestolo l’impasto nella padella o sulla piastra, spargetelo bene, in modo che le crespelle risultino sottili e omogenee.
Il ragù per il timballo: tradizione e varianti regionali
Il ragù, nei diversi timballi che si usano nelle diverse regioni italiane, presenta da zona a zona piccole differenze in temi di ingredienti. C’è per esempio chi cuoce la carne a fuoco lentissimo per farla sfaldare con la forchetta e aggiungerla all’insieme (e quindi non utilizzare il macinato). Chi utilizza pochissima passata, un po’ sul modello del ragù bolognese originale. Chi usa per il soffritto anche carota e sedano, oltre alla cipolla. Si tratta di questioni che possono avere a che fare con le proprie abitudini, tranne quelle che hanno a che fare con i piatti codificati: per esempio, il ragù che si usa per i vincisgrassi (che è sempre un timballo, dalla tradizione marchigiana) contempla anche le rigaglie.
Come servire il timballo teramano: idee per un pranzo speciale
Il timballo teramano è un primo piatto, per cui di solito si serve in porzioni nel piatto. Ma se si allestissero dei timballi monoporzione direttamente in pignatta? Si tratterebbe semplicemente di allestire tanti piccoli timballi nelle pignattine di creta e poi cuocere in forno, avvisando però i commensali che potrebbero essere un po’ calde e non vanno toccate direttamente.
Se vogliamo usare il timballo teramano in un antipasto, bisogna tagliarlo a cubetti con un coltello piuttosto lungo: in questo modo potrebbero essere inseriti in gusci di parmigiano ottenuti da una fonduta di parmigiano che, cotta in una teglia per muffin, diventano gusci croccanti da utilizzare come finger food.
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