Il Pangiallo romano, o Pangiallo di Palestrina, è un dolce di origini antichissime: le sue radici pare affondino addirittura nella Roma Imperiale. Durante l’Impero Romano, infatti, era usanza preparare un dolce da consumare in famiglia durante il solstizio di inverno: era anche un omaggio di buon auspicio che ci si regalava augurandosi che il Sole tornasse presto.
Si trattava di un dolce a base di frutta secca che, nella forma tonda di pagnotta e nella crosta gialla, ricordava il Sole, proprio come il Pangiallo romano. In un libro di ricette, il “De re coquinaria” di Apicio, noto cuoco della Roma antica, si trovano indicazioni per realizzare un dolce molto simile al Pangiallo di Palestrina.
Nei secoli poi, data la concomitanza tra il Natale e la festa pagana dedicata al Sole del 25 Dicembre, si è trasformato ed è giunto fino a noi conosciuto come un dolce natalizio.
La tradizione del Pangiallo resiste soprattutto nella zona dei Castelli Romani, dove sono molte le pasticcerie che lo propongono a Dicembre. Tuttavia il suo consumo non si è mai diffuso molto fuori dal Lazio, anche se è piuttosto simile ad altri dolci tradizionali, come il panforte o ancor di più il panpepato.
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