La torta de Vilana è un dessert tipico delle Canarie, in particolare dell’isola di La Gomera. Si tratta di una pietanza di recupero, in cui si utilizzavano patate bollite avanzate, mandorle o uvetta rimaste da altre ricette: come spesso accade nei piatti della tradizione, nulla doveva andare sprecato. Una lezione, quella degli antichi, che ci converrebbe recuperare in un’ottica antispreco, soprattutto alimentare.
Non è dato sapere con certezza perché la torta de vilana si chiami così. C’è chi dice che si chiami vilana (o milana) la teglia rettangolare in cui il dessert, tradizionalmente, viene preparato. Ma alle Canarie si parla il castigliano, che è una lingua neolatina. Potremo quindi ipotizzare che il termine venga da “villanam”, ossia campagnola, oppure da “vilem”, ovvero poco costosa. Entrambe le etimologie potrebbero andar bene, dato che la pietanza ha origini di recupero e contadine.
Solitamente la torta de vilana viene preparata in occasione delle feste natalizie, ma anche durante altre festività. Viene servita a colazione ma anche a merenda ed è considerata molto sostanziosa. L’impasto è infatti formato, come detto, da patate bollite e schiacciate, due tipi di farina (tra cui quella di mandorle), uova, lievito e un ingrediente “grasso”: qui viene usato un ingrediente di natura vegetale, ma tradizionalmente non si disdegnava lo strutto.
Con l’olio di oliva il dessert della torta de vilana risulta quanto meno vegetariano, anche perché non è molto inclusivo: presenta infatti diversi ingredienti che sono legati ad allergie o intolleranze.
Cosa ne pensi?