La finanziera alla piemontese è, come si evince dal nome, un piatto che fa parte della tradizione culinaria del Piemonte. Si tratta di un secondo piatto a base di carne, anche se ne esiste una variante a esclusiva base di verdure, che viene di solito usata per condire primi piatti di pasta.
C’è da dire che ad alcuni potrebbe fare un po’ impressione: la finanziera alla piemontese viene preparata con parti poco nobili del vitello, come testicoli e cervello, ma anche creste di pollo o di gallo. Diciamo che sono parti poco consuete e non è detto che, se non siete addentro a certe tradizioni gastronomiche, il piatto non possa risultarvi inquietante. Niente paura, è abbastanza normale quando si incontrano tradizioni diverse dalla propria: per cui non preparatela se avete dei commensali che non hanno voglia di provare qualcosa di nuovo.
Anzi, per la precisione, d’antico. La ricetta della finanziera alla piemontese infatti proviene da una lunga tradizione. Pare che fosse conosciuta già durante il Medioevo: tuttavia la prima attestazione della ricetta è datata 1450, quindi proprio al confine con l’Età Moderna. La finanziera alla piemontese nasce come piatto povero, legata al riutilizzo di frattaglie e scarti di animali come pollo e vitello.
Ma c’è chi pensa che a un certo punto della sua storia la finanziera alla piemontese sia diventata una ricetta diffusa tra le classi sociali più alte, meritandosi il nome che porta. Si tratta però solo di un’ipotesi: il nome è da sempre avvolto nel più fitto mistero.
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