La scafata umbra, come si evince dal nome, è un piatto tipico dell’Umbria. Viene chiamato anche baggiana, ma il nome scafata proviene dal nome dei baccelli delle fave, che vengono chiamati scafi: ogni dialetto regionale ha il suo nome infatti per i baccelli delle fave. È fondamentalmente una zuppa estiva che si basa su ortaggi maturi nella stagione estiva: come molte pietanze della tradizione è un cosiddetto piatto povero, ma assolutamente ricco di sapore.
La preparazione della scafata umbra è molto semplice e si basa fondamentalmente su una cottura in umido. Le fave infatti si cuociono con un po’ di brodo vegetale e poi la cottura continua con i fluidi dei pomodori pelati, ma se è necessario si può aggiungere dell’ulteriore brodo. È importante, quando parliamo di cotture in umido, con l’aggiunta di brodo, che questa aggiunta avvenga mano a mano, alla bisogna, affinché la zuppa non risulti troppo acquosa.
Come accade a moltissimi piatti della tradizione contadina regionale italiana anche la scafata umbra è un piatto vegan (ma ci sono alcune varianti che prevedono l’utilizzo del guanciale, per cui occhio agli ingredienti). Per il resto non è adatta solo a coloro che sono allergici o intolleranti al singolo ingrediente, ma comunque può essere consumata da tantissime persone: è una pietanza molto inclusiva.
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