La paniscia novarese è un piatto a metà strada tra un risotto ai legumi, salame e cavolo verza e una zuppa a base di riso e legumi. Si prepara infatti utilizzando due contenitori per la cottura in cucina: due pignatte, due pentole (meglio se in pietra lavica), oppure una pignatta e una pentola. Successivamente i contenuti delle pentole o delle pignatte vengono assemblati per creare un tutt’uno.
Va da sé che, dato il nome, la paniscia novarese è un piatto diffuso nella zona di Novara, ma alcune delle sue piccole varianti sono diffuse in tutto il Piemonte, a partire dalla zona di Vercelli. Non si sa tuttavia da dove venga il nome: alcuni credono che venga da “panigo”, ovvero come veniva chiamata una varietà di miglio anticamente molto utilizzata per le ricette tradizionali di questa regione.
Purtroppo la paniscia novarese non è un piatto inclusivo ed eliminare gli ingredienti che non sono cruelty free significherebbe non seguire la ricetta tradizionale. La paniscia non può essere consumata quindi da chi è vegetariano o vegano, per via della presenza della cotenna di maiale, della fidighina e del vino rosso (che molto spesso contiene caglio e cocciniglia, anche se esistono dei vini rossi vegan). Inoltre la pietanza è proibita a coloro che soffrono di allergie o intolleranze al singolo ingrediente.
Cosa ne pensi?