Il chimichanga è una pietanza diffusa in Messico, Texas, e nelle zone sud-occidentali degli Stati Uniti. Si differenzia dal più comune burrito, poiché quest’ultimo non viene fritto e può essere farcito con una moltitudine di ingredienti diversi. Nel chimichanga invece ci va la carne marinata (“adobada”), macinata (“machada”) o secca (“seca”), più del formaggio aromatizzato al peperoncino e i fagioli, che sono un ingrediente molto utilizzato nella cucina messicana e tex-mex.
Il termine chimichanga indica una minuzia, qualcosa di poco importante. Ma la sua importanza nella cucina tradizionale delle zone citate è invece innegabile, tanto che esistono diversi miti sulla sua origine: secondo alcuni, sarebbero stati dei messicani provenienti da Sonora e trasferitisi in Arizona ad aver portato con loro la ricetta; secondo altri la preparazione sarebbe nata per caso – con la frittura accidentale di un burrito – nel ristorante El Charro Café di Tucson negli anni ’50. In quest’ultimo caso, il nome deriverebbe da una storpiatura di un’imprecazione in spagnolo che inizia con “chi-”. Ma si tratta appunto di leggende. Tuttavia c’è anche il fondatore di una catena di ristorante, Woody Johnson, che ne rivendica la paternità.
La preparazione del chimichanga – che vi proponiamo in una versione facilitata anche negli ingredienti – consta della cottura della carne, nel nostro caso petto di pollo, dopo che questa è stata marinata negli aromi. In seguito si farcisce con il pollo cotto con aromi e altri ingredienti una tortilla di mais – altro elemento fondante della cucina messicana – arricchendo il ripieno con formaggio al peperoncino e fagioli, come detto. Il wrap così composto viene poi fritto e servito.
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